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venerdì 23 gennaio 2015

New Melbourne


Geografia

New Melbourne è per dimensioni, dopo Richeaf, il secondo pianeta più grande del sistema Polaris ed il pianeta con la maggior percentuale di superficie marina nel 'Verse, dopo Whitmon. Le terre emerse formano due continenti su cui si concentrano le città più grandi, seppure gli ampi oceani siano costellati di isole di svariate dimensioni che ospitano insediamenti non urbani. La capitale Trinidad si trova nell'emisfero australe ed è, con tre milioni di abitanti, la città maggiormente popolata. Seguono per importanza Nueva Tijuana, un esteso agglomerato urbano caratterizzato dal più alto tasso di criminalità ed omicidi del pianeta, e Mayaguana.  

Il pianeta è incredibilmente ricco di acqua, che era in parte già presente in forma solida ancor prima del terraforming, seppure per ragioni ignote. Il pianeta si prestava quindi perfettamente a creare un complesso ecosistema marino, l'unico che avrebbe conservato la totalità delle specie subacquee salvate dalla Terra-che-fu durante l'esodo delle Arche. Le temperature sono generalmente miti, influenzate dal normale alternarsi di due stagioni nella zona equatoriale e quattro stagioni a nord ed a sud dei tropici. Il terreno è scarsamente coperto da rilievi, la catena montuosa più significativa, la Sierra Sacramento, supera appena i 2000 metri. Le dorsali oceaniche, invece, sono molto pronunciate ed estese essendo New Melbourne un pianeta con un'elevata attività vulcanica e sismica.



Economia

L'unico centro industriale del pianeta è Mayaguana, ma la sua capacità è assolutamente inadeguata al pianeta. La produzione di New Melbourne in qualsiasi frangente non riesce a sopperire al bisogno della popolazione, motivo per cui il pianeta fa affidamento all'importazione per quasi tutti i beni di prima e seconda necessità. Le materie acquistate provengono dai pianeti attigui del sistema Polaris e sono per lo più di bassa qualità, per ammortizzare i costi dell'importazione. Beni di lusso come macchine e strumenti tecnologici sono quasi sempre arretrati, frutto di un perenne ed estenuante ciclo di riparazioni. Questa particolarità dà a New Melbourne un aspetto unico, come se le città fossero rimaste isolate dal resto del 'Verse per decenni. Sul pianeta l'arrangiarsi si è fatto arte ed è diventato uso comune dire che "per fare una cosa bene bisogna prima farla male"

Solo il settore ittico è veramente produttivo ed è motore trainante dell'economia del pianeta. Le maggiori città si sono sviluppate per questo motivo in zone costiere ed i mezzi di trasporto marittimi primeggiano rispetto a qualsiasi spostamento via terra o via aria. Il lavoro da pescatore non è privo di rischi e, al pari con molte malattie, la scomparsa in mare è anche la più diffusa ragione di decesso nella popolazione non benestante. "El mar da, el mar quita", il mare dà, il mare prende. 

Recentemente sono stati trovati nei fondali marini dei giacimenti minerari provenienti dalla solidificazione dei minerali racchiusi nel mantello terrestre, che raggiungono le acque fredde dell'oceano attraverso delle ciminiere, i cosiddetti "black smokers". Lo sfruttamento di questi giacimenti potrebbe aprire un nuovo settore economico nel pianeta, a vantaggio quasi esclusivo della classe dirigente.


Società

La cultura di New Melbourne è, come in molte altre parti del Rim, fortemente maschilista ed i ruoli da rispettare all'interno della famiglia sono nettamente marcati. L'isola di Llemanjá, dove si è stabilita una solida cultura matriarcale, costituisce un'eccezione a questa regola. Il cristianesimo cattolico è la religione più diffusa e lo spagnolo la lingua più parlata. Il pianeta è etnicamente molto ricco, avendo una leggera predominanza di abitanti di origini latine, cui seguono neri, bianchi ed orientali in rapporti equilibrati.

A causa della particolare situazione economica di New Melbourne la maggioranza della popolazione vive ufficialmente sotto la soglia della povertà. Il governo è sordo ai bisogni dei cittadini ed attento a soddisfare solo gli interessi dell'1% più benestante. Nonostante questo il popolo di New Melbourne è naturalmente ottimista, edonista e di semplici bisogni. La tendenza ad arrangiarsi ed il bisogno di adattarsi alla difficoltà economica hanno portato gli abitanti a trovare sempre modi originali di guadagnare il pane, "lavorando senza lavorare", tanto da essere spesso accusati di semplice pigrizia. Questa naturale furbizia si trasforma fin troppo facilmente in criminalità nelle città più grandi. In particolare a Nueva Tijuana i cartelli della droga mietono quotidianamente vittime anche nella popolazione non coinvolta nelle guerre tra bande ed il tasso di omicidi è comparabile con quello di Sunset Tower e Maracay, seppure la città abbia un numero significativamente minore di abitanti. 



Storia

Il processo di adattamento del pianeta è stato uno dei più lunghi nella storia della Nuova Colonizzazione, durato più di trent'anni tra il 2252 ed il 2284. Fu sovvenzionato e portato a termine dalla Archaea, allora senza dubbio la più importante azienda del Core in campo scientifico, con l'intento secondario di avere un pianeta che fosse un enorme laboratorio di ricerca di biologia marina. Alcuni sostennero addirittura che la Archaea volesse ricreare in modo accelerato il processo di evoluzione dai batteri agli organismi complessi, ma queste ipotesi rimasero sempre tali. Ciò che rimane adesso, tuttavia, è la presenza di grandi cetacei e migliaia di specie marine completamente estinte nel resto del 'Verse: insieme a Whitmon, New Melbourne è l'unico pianeta in cui è possibile osservare in libertà specie come orche, balene, grandi squali e delfini.

La recente storia di New Melbourne è stata macchiata da un lungo ed estenuante conflitto con Safeport, conclusosi per necessità all'inizio della Grande Guerra. Nel 2476 Safeport impose un arbitrario e spropositato aumento dei prezzi sui beni di esportazione prodotti dalle sue fabbriche, beni su cui New Melbourne faceva affidamento per quasi il 40% del suo bisogno globale. Quando le (brevi) trattative diplomatiche fallirono, iniziò una sanguinosa guerra tra i due pianeti. L'inferiorità bellica di New Melbourne era evidente, ma i cruiser del pianeta azzurro continuarono a ribattere con brevi e rapide incursioni punitive contro l'esercito nemico. Sette anni dopo l'inizio del conflitto fu firmato tra i due governi un armistizio che dichiarava Safeport vincitore, ma le tensioni tra i due pianeti non cessarono e furono portati a termine diversi attacchi terroristici e bombardamenti sulla superficie dei reciproci pianeti per un altro ventennio. Quando, nel 2504, l'attenzione e l'astio del Rim si focalizzò contro l'Unione, Safeport e New Melbourne diedero l'ordine di cessare il fuoco per combattere su un fronte unito. La Grande Guerra ebbe l'effetto di appianare le differenze tra i due popoli, sebbene la tensione tra i due reciproci governi sia ancora presente, soprattutto dopo la decisione di New Melbourne di non unirsi alla Confederazione di Polaris.



venerdì 16 agosto 2013

Clackline



Settore: Border-Rim
Sistema: Dorado
Clima: Temperato caldo / subtropicale
Economia: schiavile
Status tecnologico: medio - arretrato
Religione: Protestante (20%), Buddhista (10%), Neoavventista (70%)
Lingue: Inglese, Cinese, Escravìt
Capitale: Baton Rouge (Monroeville)
Altri centri urbani: Augustine, Macon, Waycross, Sarasota.

Strada maestra di Villa Moresse

Clackline è il pianeta più esteso del sistema Dorado e sicuramente uno dei più estesi del Multiverso. Possiede due satelliti naturali orbitanti, Nicanor e Menander, entrambi della stazza che doveva possedere la Luna dell'antica Terra-Che-Fu; la crosta di Nicanor ha un colore azzurrino, quella di Menander tende al rosso. Gli oceani sono leggermente inferiori alla terra emersa (in una proporzione 35%-65%), poco salati e ricchi di fauna. Il terraforming mirato di Clackline (teso a farne un mondo prettamente agricolo) ha uniformato il clima, rendendolo di fatto molto simile in ciascuna zona della superficie, benché l'ampiezza del corpo celeste e la presenza di montagne di ragguardevoli entità, mantenga una diversità meteorologica a differenti altitudini. L'ambiente collinare è scarso: si alternano grandissime pianure, alcune poco sotto il livello del mare, a catene montuose consistenti, da cui nascono un alto numero di fiumi. Le piogge sono regolarmente distribuite per tutto l'arco dell'anno, più intense ed insistenti nella stagione 'estiva', quando i monsoni si spostano dal mare verso l'interno (Clackline possiede stagioni equivalenti ad un'estate, e ad un autunno, separate da confuse fasi intermedie). L'alternanza oceani-grandi pianure- montagne origina l'intenso fenomeno degli uragani e dei cicloni, che funestano (spesso catastroficamente) gran parte del pianeta da agosto a novembre, con un picco ad inizio settembre. Le temperature a livello base sono assestate sui 20 gradi diurni -15 notturni (grazie all'azione mitigatrice dei bacini fluviali e dei venti oceanici) in autunno, 30 gradi diurni - 25 notturni in estate. Naturalmente, salendo di altitudine le temperature decrescono di conseguenza. 
L'economia del pianeta si basa sullo schiavismo. Gli schiavi sono impiegati specialmente nei giganteschi latifondi agricoli, nelle tenute di bestiame e nelle cave rocciose (Clackline è il primo produttore di marmo del 'Verse)


Baton Rouge (Monroeville), la 'Villa' e i battelli

Laurel Street, Baton Rouge

La capitale di Clakline è la popolosissima e estesissima Baton Rouge. Situata sul mare, copre uno spazio molto superiore a quello occupato dalle più grandi megalopoli del Core. Gli edifici che la compongono sono in pietra e ferro battuto lavorato, dalle linee architettoniche liberty-vittoriane e raramente superano i due piani. Abbondanti sono i canali, i giardini (spesso situati anche in cima ai tetti), i parchi, i chiostri piastrellati, i cortili interni, le piazze ombreggiate e specialmente le innumerevoli fontane, collegate l'una all'altra da acquedotti-gronde in muratura che passano ai margini delle vie. Nei quartieri centrali, quelli più ricchi, è presente l'illuminazione elettrica e l'acqua corrente. Le strade sono ampie, spesso sterrate e senza una precisa planimetria. Un adagio locale spiega quanto sia impossibile visitare l'intera Baton Rouge anche dedicando all'impresa un esistenza completa; come, di conseguenza, se si nasce a Baton Rouge non si abbia bisogno di uscirne mai (perchè a Baton Rouge c'è tutto). Molto movimentata, molto aperta rispetto a qualunque altra città del Border (ad esempio, l'omosessualità è qui e genericamente nella Clackline urbana pacificamente tollerata, così come il divorzio) ha ispirato viaggiatori, scrittori e esploratori sin dalla propria antica fondazione. Baton Rouge vanta uno degli scali spaziali più trafficati (e caotici) del 'Verse. Il secondo nome di Baton Rouge, utilizzato comunemente, specialmente dagli schiavi, è Monroeville, in onore del Consorzio Agricolo Monroe che, in tempi remoti, rese abitabile il pianeta.
Le città minori (comunque di notevoli dimensioni) assomigliano molto a Baton Rouge, ma non posseggono la medesima animazione e il volume di transiti umani, di visitatori esterni, di ricchezze.

Negli spazi lontani dai centri abitati e in mezzo agli immensi latifondi di Clackline le persone dimorano in 'Ville' private dalle grandi proporzioni, provviste del necessario (dalla macelleria alla cappella privata, al cimitero) che ospitano una (o più) famiglie padronali assieme al loro corteo di schiavi lavoranti. Nonostante l'estensione dei conglomerati urbani come Baton Rouge, Waycross o Sarasota, la 'Villa' rimane probabilmente l'unità base abitativo-organizzativa del pianeta.

Altra specificità di Clackline è il trasporto fluviale su battello.
I battelli fluviali sono il mezzo di spostamento più utilizzato dalla gente di Clackline per viaggiare da un luogo all'altro o commerciare merci, bestiame, lastroni di pietra. Piuttosto lenti, ma molto sicuri e di notevole stazza, i battelli fluviali garantiscono collegamenti tra tutte le principali città del pianeta e percorrono linee fitte in grado di connettere la maggioranza dei nuclei abitati minori. Esistono battelli di linea e battelli/navi private. Alcune tra le chiatte più grandi permettono persino l'atterraggio di un medium cruiser durante la navigazione.

Il battello "Clemire" al porto di Augustine


Società

La gente di Clackline è ripartita tra 'liberi' e 'schiavi'. La popolazione libera è numericamente inferiore, detenendo tuttavia la gran parte delle ricchezze/risorse del pianeta. I 'liberi' hanno per la maggioranza ascendenze inglesi, per una - corposa, se si considera la percentuale- minoranza ascendenze asiatiche. Specialmente dal dopoguerra, nonostante Clackline si fosse schierata sul fronte dell'indipendenza, non è insolito incappare in corers intenti a gestire affari in loco e stabilirvisi, per quanto la loro presenza fisica sia drasticamente (e volutamente) limitata alle città, oltre le quali non arrischiano a spostarsi privi di folta scorta. I liberi non lavorano , vivono delle rendite della popolazione schiavile a cui offrono protezione. Originariamente i liberi non svolgevano alcun tipo di mestiere, dai più bassi ai più elevati, limitandosi a gestire la politica ed il denaro, interdetto alle mani degli schiavi: persino mansioni come il medico, usualmente reputate prestigiose, venivano lasciate appannaggio di questi ultimi. Col trascorrere del tempo, salvo una sacca (comunque molto influente sia numericamente che ideologicamente) di liberi conservatori propugnatori dell'ideale del retirement (ozio), i liberi più moderni hanno cominciato a dedicarsi correntemente ai lavori specializzati, lasciando i mestieri di fatica agli schiavi. Paradossalmente, tale 'avanzamento' nell'ottica collettiva ha introdotto alcuni squilibri all'interno del delicato sistema di Clakline.

I liberi sono religiosamente protestanti e buddhisti a seconda delle ascendenze e parlano specialmente inglese, benchè il cinese venga inteso ovunque e praticato con frequenza a tutti i gradini della collettività.

Gli schiavi costituiscono il settanta percento della popolazione, e quasi la totalità della popolazione attiva. Le loro condizioni di vita dipendono spesso dal padrone che li ha acquisiti o acquistati e variano molto da situazione a situazione. Da quanto si evince dalle ricerche antropologiche recenti e dall'esperienza passata, per ragioni religiose e culturali (analizzate più in basso) gli schiavi non tendono affatto a percepire se stessi e il proprio status in modo dispregiativo. Anzi. Questo dato, che potrebbe stupire i più, ha permesso alla società del pianeta di mantenersi relativamente stabile fino ad oggi.


I 'liberi' ed il retirement

Il concetto del 'retirement' è un'originale e antica elaborazione tipica delle elites di Clakline. Non è dato sapere (vi sono molte dispute accademiche, in merito) se sia stato creato dalle elites in tempi remoti volontariamente, per perseguire scopi di comando, o se sia più un semplice riflesso ideologico delle condizioni materiali venutesi a creare con la nascita della schiavitù. 

Il retirement caratterizza i ricchi, i possidenti, che rinunciano al lavoro in ogni forma, per dedicarsi unicamente alla politica, all'attività intellettuale e alla gestione del denaro (interdetta culturalmente alla classe schiavile). Qualunque impiego preveda direttamente una remunerazione o un ritorno economico è considerato contrario all'idea del retirement, che pone il fulcro della vita d'un individuo nella possibilità di esistere senza provvedere ai propri bisogni primari (considerati animali) sviluppando così a pieno il lato nobile dell'essere. Non c'è da stupirsi se, dunque, molti diplomatici, intellettuali e persino pensatori esterni a Central (quindi tra Rim e Border) provenissero e continuino a provenire da Clakline.

In tempi più moderni l'ideale del retirement è stato superato da una parte leggermente maggioritaria della popolazione libera. Il fatto, genericamente percepibile come un avanzamento, ha comportato specialmente nelle classi schiavili un certo malcontento: dove viene meno l'idea del retirement, in un contesto fortemente dialettico come quello di Clackline, le elites tendono a monopolizzare lavori sedentari e specializzati che esulino dall'affaticamento fisico, lasciando gli schiavi a 'spezzarsi la schiena' sulle mansioni più grezze, più debilitanti.



Identità schiavile (Escravìt)

Villa Jonesbourg, pressi di Macon
È necessario chiarire una distinzione fondamentale tra lo schiavismo in generale e lo schiavismo di Clackline. Per quanto lo schiavismo storicamente nasca su Clackline e poi venga adottato massicciamente nel 'Verse conosciuto, esso mantiene sul pianeta originario caratteristiche del tutto peculiari. Gli schiavi nati e cresciuti su Clakline dimostrano un modo di percepire la loro condizione umana assai peculiare, che differisce da quello del resto del 'Verse, da quello degli schiavi che possiamo trovare su Shylock o nei bazaar degli Skyplex.
Paradossalmente, gli schiavi non valutano lo schiavismo sotto una luce negativa. Consapevoli della loro condizione, ne hanno fatto un motivo di elezione attraverso la religione e il conio d'una lingua particolare. Non posseggono un'identità comune politica ma si sentono l'un con l'altro affratellati nelle tradizioni, nel culto, nelle origini come unico popolo. Quando si rapportano con qualcuno estraneo alla cultura di Clackline che si approcci alla schiavitù con i 'pregiudizi' tipici delle genti del Core, gli schiavi stessi si reputano offesi da qualunque allusione ad una presunta minorità del loro status sociale.

Gli schiavi parlano l'Escravìt, una lingua grammaticalmente molto complicata e ricchissima lessicalmente (talmente complessa e multiforme da fornire ai glottologi, ai linguisti, inesauribili spunti di indagine). Non è possibile riassumere brevemente il funzionamento dell'Escravìt, ma in accezione più generale vi si riconosce una evidente matrice sintattica anglofona su cui opera la tendenza ad invertire (liberamente) le sillabe delle parole. 'Mother' diviene 'Hermot', 'father' diventa 'Harfat', 'Brother' si trasforma in 'Herbrot', via dicendo. Sister-Tersis, Table-Letab, House-Sehow, Road-Adrow. Altra curiosità: in Escravìt la parola 'schiavo' non esiste. Esistono però ben 27 modi diversi di dire 'essere umano' le cui sfumature sono pressochè incomprensibili a chi non faccia parte della cultura e dell'identità Escravìt.

La religione degli schiavi è il cristianesimo neoavventista (per distinguerlo dall'avventismo storico della terra-che-fu). Il neoavventismo incentra se stesso sull'idea predominante della seconda venuta del messia, intesa qui come liberazione. Alcuni tra gli schiavi la attendono la venuta come liberazione solamente spirituale, altri come liberazione sociale; il risultato non cambia: l'idea d'una prossima calata redentrice del salvatore permea profondamente la maniera in cui gli schiavi conducono la propria esistenza. Eminenti studiosi spiegano che la pace sociale di cui ha goduto Clakline fino alla contemporaneità derivi sostanzialmente dai dettami del neoavventismo, che colloca l' affrancazione del popolo Escravìt in un preciso quadro cosmico/teologico, dissuadendo i singoli da perseguire (o concepire) emancipazioni alternative, personali o politiche.

Il neoavventismo locale possiede una forte caratterizzazione astrologica: si dice, infatti, che Cristo tornerà tra gli uomini quando i due satelliti (Nicanor e Menander) si sovrapporranno una seconda volta (la prima, si intende, è stata per celebrare la nascita di Gesù) percorrendo le proprie orbite. Esiste quindi una data approssimabile di tale evento, per quanto, specialmente negli strati più bassi della cittadinanza Escravìt si tenda a anticipare o posporre il fatto in maniera decisamente superstiziosa ed arbitraria.

Secondo le regole del Neoavventismo più stretto il denaro è oggetto impuro: viene fatto l'esplicito divieto di accumularlo, desiderarlo e, possibilmente, toccarlo. Altro dettame fondamentale è il dettame dell'obbedienza. Obbedienza al proprio padrone ed obbedienza al signore. Per lo schiavo religioso, è nell'obbedienza al proprio padrone che si realizza la forma di indipendenza più pura e spassionata. Tale attitudine non deve mai scivolare in una scontata sottomissione interessata, ma anzi, ricalca la passione con cui Cristo si dichiarò servo degli uomini. 

venerdì 26 luglio 2013

Shijie


Settore: Outer-Rim
Sistema: Polaris
Clima: Temperato
Economia: rurale
Status tecnologico: arretrato
Religione: Protestante (69%), Cattolica (3%), Animista (28%)
Lingua madre: Inglese (70%), Cinese (30%) - con un elevato tasso di bilinguismo nei maggiori conglomerati urbani.
Capitale: Smullyan
Altri centri urbani: Ridgeville, Bào Loc, Herdcross, Memot Town


Il nome di Shijie è ora tristemente associato alla distruzione che ha incontrato durante la guerra, e alla resistenza ostinata che la sua popolazione ha perpetrato prima di venire distrutta. 

Ma, prima del 2506, Shijie era un pianeta estremamente vivo e fertile. La sua superficie era una delle più rigogliose del Sistema Polaris, e permetteva alla popolazione di vivere grazie al commercio dei prodotti agricoli e di allevamento, o in alcuni casi di sfruttare le terre per una politica di auto sostentamento, scelta adottata in più di un caso nelle piccole comunità. L'ambiente naturale si divideva in base all'area in campagne verdeggianti e montagne boschive con scenari di grande effetto. Il clima si poteva considerare temperato e umido, con estati calde e piovose e inverni rigidi, soprattutto sulle montagne dell'emisfero settentrionale. 

Nonostante l'interesse che il pianeta ha sempre suscitato per le sue potenzialità commerciali e la sua importanza produttiva nel Rim, la popolazione Shijiana è sempre stata piuttosto chiusa ed estremamente attaccata alla sua cultura e alle sue tradizioni. I centri abitati considerabili come vere e proprie cittadine si potevano contare sulle dita di una mano: uno dei principali, Smullyan, contava circa 50.000 abitanti allo scoppio della Guerra ed era considerabile come uno dei più grossi agglomerati urbani del pianeta. La stragrande maggioranza della popolazione shijiana viveva in piccole comunità autonome e tendenzialmente isolate sparse tra i boschi, le campagne e le montagne. 


I Villaggi e i "Pastori Armati di Shijie"

Parlare della cultura di Shijie, significa sostanzialmente parlare del sistema di leggi e tradizioni che ruotava intorno ai villaggi. Le poche grandi città, sostanzialmente gli snodi commerciali del pianeta, erano popolate perlopiù da mercanti, stranieri e da coloro che per una ragione o per l'altra avevano deciso di abbandonare la comunità di origine. In alcuni casi si trattava di scelta personale, in molti altri era il risultato di una pratica tradizionale conosciuta come "Ripudio". 

La cultura Shijiana e la vita nei villaggi è sempre stata regolata da leggi morali e pratiche tendenzialmente molto rigide, basate su tre concetti cardine: la famiglia, la religione e la difesa della comunità. La religione tradizionale più diffusa sul pianeta era il Cristianesimo Protestante, in larga maggioranza di confessione Battista, in alcuni casi (soprattutto nelle regioni dell'emisfero meridionale) di derivazione Metodista. La presenza del culto nelle vite della gente di Shijie andava ben oltre la messa domenicale. Tradizionalmente, la vita del villaggio ruotava intorno a poche figure di riferimento. La più importante, e la forma di autorità principale, era il Pastore, o il Reverendo secondo la dicitura Metodista del Sud. Il rilievo della figura religiosa nei villaggi Shijiani si è fatto così importante nel corso della storia da assumere caratteristiche assolutamente specifiche del pianeta. Il Pastore, nella stragrande maggioranza dei casi, assumeva in automatico anche il ruolo di Sceriffo, e aveva l'ultima parola sulla legge del villaggio e sulla sua applicazione. Ovviamente, questo significa che la legge del villaggio combaciava spesso con la legge della Bibbia. La rigidità con cui questa veniva applicata o il grado di conservatorismo dipendeva dal Pastore in carica, e cambiava da villaggio a villaggio o da area ad area. 


In molti villaggi, il Pastore e i suoi Vicesceriffi erano così potenti che il Sindaco diventava di fatto una figura assolutamente secondaria. In altri, si otteneva un equilibrio tra le parti che riusciva effettivamente garantire al villaggio equilibrio e stabilità. Questo bizzarro fenomeno non è stato causato unicamente dal profondo sentimento religioso o collettivo radicato nella cultura shijiana, ma da un altro fattore rilevante nella storia e nella costituzione del pianeta. Shijie, a causa della sua ricchezza produttiva e della suddivisione della sua popolazione, è sempre stato vittima di frequenti e ripetuti attacchi di predoni che vedevano nei villaggi di ridotte dimensioni e nel loro isolamento prede facili. Per fronteggiare alle minacce di razzie, i Pastori shijiani hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nel quadro della difesa dei villaggi stessi. In caso di attacco, il Pastore aveva l'autorità di guidare tutti gli uomini in grado di combattere presenti nella comunità, costituendo delle vere e proprie milizie, seppur di dimensione ridotta. Con il tempo, i Pastori dei vari villaggi appartenenti ad una stessa area del pianeta, costituirono delle reti locali collegate, coordinandosi tra di loro, scambiandosi informazioni e confrontando le linee di comportamento, incontrandosi periodicamente in Assemblee di Contea, o di Regione. L'abitudine e l'esperienza degli Shijiani a difendersi dai predoni, è poi stata una delle ragioni della strenua resistenza che il pianeta ha opposto all'attacco alleato, e della difficoltà incontrata dall'Alleanza nel distruggerla.


Il ripudio

In un sistema di leggi morali ed etiche basate essenzialmente sulla comunità, e sulla propria appartenenza alla comunità, non era facile per uno Shijiano opporsi apertamente allo stile di vita del villaggio, o alle norme sociali che lo regolavano. Una comunità aveva il potere, dopo una consultazione collettiva a cui seguiva a seconda dei casi una votazione o la risoluzione del Pastore, di allontanare definitivamente un determinato soggetto dal villaggio natio. Una persona che veniva ripudiata dalla comunità perdeva nella maggior parte dei casi il possesso della propria casa o dei propri terreni, che venivano ridistribuiti alle parti lese in caso ce ne fossero, o semplicemente agli altri membri del villaggio. Il ripudiato non aveva più diritto, da quel momento, di rimettere piede nel villaggio o di avvicinarvisi. In caso avesse provato a tornare, il Pastore e i suoi uomini avevano il diritto di sparare a vista. La rigidità con cui queste linee tradizionali venivano portate avanti variava da villaggio a villaggio. Negli ultimi sessant'anni l'uccisione dei Ripudiati in caso di avvistamento nel perimetro del villaggio si era fortunatamente molto ridotta. Nonostante la mitigazione delle leggi tradizionali, tuttavia, subire un Ripudio dalla propria comunità comportava ancora una condizione terribile, non solo per la vergogna e il disonore associato all'avvenimento, ma anche per la perdita materiale dei possedimenti, e per il fatto che essendo i villaggi della contea e della regione connessi tra loro attraverso le assemblee, difficilmente un Ripudiato poteva trovare asilo nelle comunità vicine. Nella maggior parte dei casi la loro unica scelta era raggiungere una grande città e ricominciare una vita lì.



Le comunità asiatiche

All'interno del sistema Polaris, Shijie è probabilmente il pianeta con la più numerosa popolazione di etnia asiatica. I suoi membri sono organizzati in villaggi e gruppi di villaggi più o meno grandi, praticano varie forme di animismo che cambiano da villaggio a villaggio e hanno un senso di comunità estremamente forte: è assai raro che un nato in una comunità se ne allontani nell'età adulta. 

In questi gruppi, è diffusa una rigidissima etica del lavoro legata all'onore individuale, delle famiglie e delle stesse comunità. Le comunità asiatiche più ristrette sono poi legate da una serie di rapporti parentali di vario grado che le portano a considerarsi come una famiglia allargata: ogni membro in forze del gruppo è ritenuto responsabile del benessere dei membri più deboli (anziani e bambini) e coloro che sono in difficoltà non vengono mai lasciati soli. Il legame di queste comunità con la terra che coltivano è fortissimo fino a diventare indissolubile: la terra è ciò che dà loro lavoro e sostentamento, dove la loro comunità li accetta e li protegge: quindi il concetto di "casa" è molto radicato. Proprio per questo, molti degli uomini di queste comunità al momento di difendere la loro terra decisero di andare in guerra, nonostante non fossero soldati addestrati.

Queste comunità recepirono la distruzione di Shijie non solo come dramma umano (le vittime furono moltissime), ma anche come tragedia generazionale e disastro culturale: distrutta Shijie, infatti, molti di questi gruppi (o ciò che ne era comunque rimasto) si imbarcarono su evolutions refit dirigendo o verso il border, sui pianeti verdi rimasti, oppure verso pianeti del rim in cui, tuttavia, l'unità familiare della comunità andò spezzandosi. Tra gli Shijiani asiatici rimasti sul pianeta natale, con acque inquinate e terre non più fertili, dilagò un'autentica epidemia di suicidi, soprattutto nelle comunità spezzate che, prima della guerra, avevano un fortissimo senso di unità. I membri delle piccole comunità asiatiche percepiscono, insomma, la morte degli altri membri come la morte di figli o genitori, così come percepiscono la distruzione delle terre che coltivano come la distruzione della loro casa e del loro lavoro.

Il villaggio di Bào Loc


sabato 13 luglio 2013

Saint Andrew

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St. Andrew è il pianeta più freddo del Sistema Polaris ed allo stesso tempo anche il pianeta più piccolo: le sue dimensioni infatti possono essere paragonate a quelle di una luna. E’ composta da due continenti, uno settentrionale ed uno meridionale, collegati tra loro unicamente dallo stretto di Flame. Le terre emerse coprono circa il 45% della superficie planetaria. L’unico Oceano, il North Sea, bagna completamente il continente. Le isole dell’arcipelago centromeridionale del pianeta sono bagnate dalla Water Valley.

Le due principali catene montuose settentrionali sono il White Canyon e le Giants Mountains delle quali ultime fa parte anche il Monte Agnar. A meridione invece sono presenti le Steep Mountains e le Black Mountains. Al centro della Fire Island, nella Water Valley, si erge Volcano. Da queste catene montuose scendono i sei fiumi principali che prendono il nome proprio dai ghiacciai dai quali provengono. In ordine di portata e lunghezza essi sono: Wolf River (e la relativa cascata Wolfwall), Snow River, Black River, Pacific River, Steel River, Giants River.

Water Valley

Le fasce climatiche delle calotte polari sono zone polari dove le alte catene montuose sostituiscono dei veri e propri ghiacciai perenni. Le temperature a quelle latitudini sono estreme a tal punto che solo particolari muschi o licheni riescono a sopravviverci. La fauna è costituita perlopiù da balene, pinguini, foche e orsi bianchi.
Scendendo di latitudine si estende una buona porzione di tundra che divide la zona polare dalla porzione equatoriale dove la vegetazione presente è quella tipica della taiga. Dai muschi e licheni che crescono sul permafrost, si dipanano ampie foreste di pini o abeti, o comunque sempreverdi che resistono alle temperature glaciali e ostili. La fauna è costituita da orsi, lupi, rapaci diurni come aquile o notturni come gufi, lepri, renne, alci. Alcune leggende raccontano della presenza di enormi Lupi Neri particolarmente aggressivi e dotati di denti affilati e lunghi come sciabole. Nel territorio sudequatoriale, nei pressi delle Black Fen, si estende una zona di tundra paludosa, mentre la Water Valley viene così chiamata proprio per la sua caratteristica di ghiacciare completamente nel periodo invernale, rendendo il golfo e l’arcipelago insulare una vera e propria vallata che si estende per ettari.
A meno di variazioni minime a seconda delle latitudini, le temperature planetarie oscillano in inverno da minime di -40 gradi a massime di -5 gradi. In estate invece le oscillazioni variano meno ma le temperature restano comunque glaciali: dai -20 gradi ai 0 gradi.

L’unico punto del pianeta che ha una temperatura vivibile è Fire Island. L’isola tuttavia è un’isola vulcanica sulla quale si erge, per l'altezza di 6500 metri, un maestoso e gigante vulcano perennemente in attività (Volcano). La zona vulcanica resta una porzione di St. Andrew assolutamente pericolosa, non tanto per le colate di lava fluida, quanto per le periodiche eruzioni esplosive i cui effetti si allargano per chilometri. A Winter dicono che quando Volcano esplode, nevica neve nera anche da loro. Intorno all'isola c’è una spessa coltre di ghiaccio nero perenne e dagli effetti – si dice – altamente terapeutici.

Flame, la capitale ufficiale
 Flame è la capitale del pianeta. E’ l’unica città con un spazioporto adeguatamente grande da permettere manovre di sbarco e smercio di navi spaziali della stazza degli Heavy Cruiser. Flame sorge in un punto particolarmente favorevole per l’economia. E’ attraversata dallo Snow River, fiume navigabile,  ed è posta sullo stretto passaggio che collega le due porzioni continentali del pianeta. La zona di Flame è inoltre ricca di vegetazione e di cacciagione. Queste particolari condizioni hanno reso Flame la cittadina con il più alto numero di abitanti (più di 30.000), oltre che la maggiormente sviluppata rispetto ai bassi standard del pianeta. Gli unici materiali di esportazione sono pelli, legname e carne; in minima quantità acqua sotto forma di ghiaccio.

Un discorso assai simile lo si potrebbe fare con Winter. Seconda cittadina più grande di St. Andrew, è sita agli antipodi di Flame e attraversata dal fiume navigabile Pacific. Non possedendo uno spazioporto e non trovandosi in una zona particolarmente efficace nella comunicazione tra i due emisferi del pianeta, la cittadina non differisce molto dagli altri villaggi sparsi per il pianeta. Winter comunque vanta una secolare tradizione medica che la rende la più battuta quando c’è richiesta di assistenza.

L’emisfero settentrionale è molto più ricco del meridionale di foreste per le battute di caccia – prima fonte di sostentamento per i saint. La foresta più grande, bagnata dal fiume Snow, è la Snow Shelter, che si estende da Flame a Sud, ai piedi del Monte Agnar a Nord e al fiume Wolf ad est per poi scendere fin quasi a raggiungere l’oceano. All'interno della foresta e non difficilmente raggiungibile, si estende una piccola cittadina omonima alla foresta nella quale è sita.

A collegare i due estremi del continente settentrionale c’è la piccola cittadina di Lame Den, la “Tana dello Zoppo”. E’ stato chiamato così in seguito alla funzione che ha assunto negli anni, ovvero punto di passaggio di pellegrini, pescatori e cacciatori. E' qui che si possono trovare prostitute, contrabbandieri, feccia di ogni tipo. Per strada più che altrove scippi, borseggio e furti di varia entità sono la norma. E' solo da qui, attraccate al piccolo porticciolo, che partono le scorrerie di un piccolo gruppo di pirati che a gloria del passato anche a loro semisconosciuto si fanno chiamare Vichinghi.

Winter, il secondo insediamento del pianeta per grandezza

Nonostante le antichissime origini dei Saint, questi non sono ottimi navigatori. Gli unici villaggi che al contrario vantano buoni navigatori sono Lame Den e Cold Water. L’economia di quest’ultimo villaggio si basa sulla pesca di foche e pinguini, ma i suoi abitanti hanno affinato la navigazione per poter andare a caccia di balene. Costruiscono navi leggere e semplici così che queste possano essere smontate e rimontate facilmente potendo risalire fiumi e fare tratti a terra ed evitare grosse navigate. Risalgono il mare fino a Flame e lì commerciano i loro averi. Seppure i saint non siano bellicosi, tra Lame Den e Cold Water gli attriti e gli scontri per mare sono numerosi. A causa di Volcano, Cold Water è longitudinalmente l’ultimo insediamento umano della Water Valley.

Oltrepassato il fiume Steel, passare oltre le Steep Mountains è l’unico modo per scendere a meridione. E per chi non conosce la navigazione, l'Eagle Walk – il Passo dell’Aquila – è l’unico modo di arrivare a Black Fen.
Black Fen, nome preso dalle paludi sulle quali si trova, viene considerata terra sacra per molti Saint, soprattutto per chi è legato alle tradizioni norrene. Le poche palafitte costruite lì sono abitate dai cacciatori-monaci considerati oracoli degli Antichi Dei. Quando le terre della palude vengono consacrate dai sacerdoti, si dice che mettano in comunicazione i vivi con gli spiriti dei morti e gli dei. E’ quindi usanza utilizzarle per creare pitture sulla pelle dei defunti o su quella di novelli sposi. I popoli del Monte Agnar e quelli della valle di Wolfwall utilizzino quelle terre anche per le pitture di guerra.


Governo

A questi centri maggiori si aggiungono i villaggi sparsi sul pianeta un po’ ovunque e in maniera del tutto disordinata. Ogni villaggio ha quella che viene chiamata ‘Grande Casa’ ossia l’abitazione del capo tribù. I capi tribù  regnano a vita ed entrano nella Grande Casa solo dopo aver dimostrato di essere i più forti; ogni villaggio ha i propri metodi di giudizio.

Differentemente funziona a Flame, dove al normale capo tribù si affianca il Governatore.
Il Governo è diviso in due parti: il Consiglio dei Saggi ed il Consiglio degli Anziani. Entrano a far parte del Consiglio degli Anziani i sei capo tribù delle sei principali cittadine elencate sopra. Gli Anziani sono intermediari tra i capi tribù dei diversi villaggi di loro giurisdizione ed il Governo planetario. I Consiglio dei Saggi conta il Governatore e quattro suoi Consiglieri scelti a sua totale discrezione. E’ un governo estremamente poco funzionante sia perché al più delle volte sono gli interessi di Flame a prevaricare su quelli di tutti gli altri villaggi, sia perché l’estrema dislocazione territoriale favorisce il distaccamento tra la capitale ed i villaggi, disinteressati alle questioni politiche. La conquista da parte dell'Alleanza ha portato a un ordinamento maggiormente democratico, dove ogni cittadino sopra i diciotto anni ha diritto di voto. L'affluenza alle urne è tuttavia stata, fino ad ora, assolutamente irrilevante, non raggiungendo neanche il 7% della popolazione.

 La maggior parte delle leggi emanate dal governo riguardano i prezzi di importazione e di esportazione, prezzi doganali e affini. Inoltre considerata la povertà dalla maggioranza della popolazione mondiale, le terre del pianeta appartengono al pianeta e soltanto al pianeta. Questo da a tutti la possibilità di sfruttare qualunque terreno liberamente per cacciare o pescare. Ciò nono esclude tuttavia che questa o quella tribù si arroghi l’esclusività della caccia su determinate porzioni di terre.


Popolazione e discendenze

Come già detto, a nord dell’equatore la presenza di foreste è nettamente maggiore rispetto a sud dell’equatore. La popolazione quindi si è specializzata nei secoli a cacciare a nord, e a pescare a sud. La differenza è presente anche nelle tradizioni e nelle costruzioni: dai semplici capanni di legno, a costruzioni più articolate di pietra, a palafitte fatte anche col fango e per finire in costruzioni interamente fatte di ghiaccio. Le popolazioni a nord presentano lineamenti tipici alle vecchie popolazioni scandinave, così come a Flame e Winter è più facile incontrare etnie tipiche delle popolazioni dell’Irlanda. Scendendo a sud invece le popolazioni tornano a lineamenti più europei, come le vecchie popolazioni tedesche, belghe o danesi, perfino britanniche. Discendenze Inuit sono presenti un po’ su tutto il pianeta, anche se a livello minore. Gli accenti, gli slang ed i dialetti, sono fortemente influenzati dalle parlate che erano tipiche di quelle popolazioni. Nonostante si parli ufficialmente l’inglese, è raro non sentir parlare un Saint sul suo pianeta con la propria lingua. Tra nord e sud, in seguito alla guerra civile, c’è disprezzo ed inimicizia. Le popolazioni a settentrione di Flame vengono chiamate Hjorleifr, mentre quelli a meridione Eldgrimr.



Storia

Ad Hans Van Leeuwen, noto per la raccolta dei miti e delle leggende dei popoli vichinghi e norreni della Terra-che-Fu, viene attribuita la prima storia di Saint Andrew. Un lavoro che lui stesso definì ancora incompleto data la scarsa esistenza di testimonianze scritte e la poca affidabilità delle fonti orali. Lo storico ultracentenario ha raccolto nella sua opera “Freddo come il Saint” tutto il suo lavoro fatto fino ad oggi, compresa la storia del pianeta dalla fondazione ai tempi correnti.

Quasi tutte le fonti sembrano d’accordo nell'affermare che la colonizzazione del Saint avvenne successivamente alla prima colonizzazione e a seguito della colonizzazione di Meili.

L’eccesso di immigrazione nel pianeta costringe i ricchi imprenditori a cercare altri pianeti dove stabilire nuovi impianti produttivi e spostare l’eccesso di manodopera. Nel 2130 viene individuato un pianeta piccolo e periferico, ricoperto da un duro strato di permafrost. Si comincia a credere che sotto la spessa superficie gelida siano nascoste materie prime rare e preziose. Le prime ricerche tuttavia sono inconcludenti. Nonostante ciò, i colonizzatori del Core valutano che un processo di terraformazione sarebbe in grado di rendere i lavori più agevoli, permettendo così l'insediamento dei primi pionieri. Il terraforming di St. Andrew viene ultimato nel 2170, seppur con risultati non ottimali: l’aria è respirabile, ma le condizioni climatiche non migliorano.

Nel 2200 Flame, l’unica città costruita per le rilevazioni minerarie, viene abbandonata dai corer. C’è chi dice per via delle condizioni atmosferiche, chi sostiene che migrarono di nuovo verso il sistema Centrale dopo una rivolta dei lavoratori degli impianti minerari. C’è persino chi afferma che sul pianeta ci sia stata qualche incursione da parte dei Marauders. Chi rimane sul pianeta vi si adatta lentamente: da Flame partono verso nord o verso sud, cominciandosi a sparpagliare per il continente ancora inesplorato. Molti invece restano nella capitale, dando vita a un fiorente commercio.

Nel 2300 la gente del nord fonda Winter e mesi dopo si dichiarano indipendenti dal Governo di Flame. Scoppia una sanguinosa guerra civile sia per mare che per terra; ma le armi sono archi e frecce, sciabole e accette. Dopo una guerra logorante che, tra interruzioni, armistizi violati e riprese belliche dura in tutto mezzo secolo, Flame mette fine alla guerra: un carico di fucili con i quali arma un piccolo plotone di uomini è sufficiente a far prevalere la fazione. Nel 2350 la guerra termina ai piedi delle Steep Mountains con la vittoria schiacciante dei popoli del sud. Sconfitti "slealmente" con armi da fuoco, i guerrieri del nord in segno di spregio buttano le loro asce nelle acque del fiume Steep (da quel giorno rinominato Steel) e le conficcano nei tronchi degli alberi. Molti scelgono di arroccarsi sul Monte Agnar, altri di riempire la Wolf Valley, ai piedi delle Giants Mountains. 

Eagle Walk
Winter sceglie di collaborare con Flame al miglioramento del pianeta. Il Governo di Flame decide di aprirsi e modificare le gerarchie dei consiglieri, semplificandola alla struttura moderna, ed emana inoltre la Prima Legge secondo la quale nessun Saint può vietare ad un suo conterraneo lo sfruttamento dei terreni di Saint Andrew per il proprio sostentamento. Pochi villaggi a settentrione riconoscono l’autorità di Flame. Tuttavia, a parte scaramucce tra alcuni villaggi particolarmente bellicosi, l'ascia di guerra viene sepolta.

Nel 2506 con lo scoppio della Guerra, Saint Andrew si schiera apertamente con le forze indipendentiste rifornendo costantemente il fronte Polaris di uomini. Il Pianeta non viene mai direttamente attaccato fino al 2510, quando l'Alleanza non invade gli snodi più rilevanti del pianeta e assedia la capitale esigendone la resa. La popolazione locale combatte strenuamente e coraggiosamente, unita contro l’estraneo nonostante le divergenze locali. L'esercito locale viene sconfitto a Black Fen ed a Cold Water, ma riesce a decimare gran parte delle truppe nemiche durante il passaggio attraverso l'Eagle Walk e successivamente a Wolfwall (aiutati dal rigidissimo clima a cui l'Esercito Alleato non è preparato). Cadute le principali cittadine del pianeta, con Flame stremata da un lungo assedio che impedisce l'arrivo di rifornimenti, St. Andrew si arrende dopo la lunga resistenza durata tutto l’inverno.

Ad oggi, nonostante le leggi vigenti dell’Alleanza, il dominio centrale è sentito ancora più lontano del dominio di Flame. Nascite, decessi, matrimoni seguono i riti più disparati ed è estremamente raro che qualche officiante riporti in qualche registro i dati. St. Andrew è uno dei pianeti con il minor numero di registrazioni di IdN.

martedì 23 aprile 2013

Boros



Pianeta di medie dimensioni del sistema solare Columba, Boros è mondo natio dei maggiori gruppi criminali del sistema e ha visto la piccola e media criminalità crescere esponenzialmente negli ultimi anni.

La guerra ne ha bloccato il lento sviluppo e ha portato una media quantità di bombardamenti lungo i pochi campi e i centri produttivi più importanti. Boros si presenta come un pianeta secco e brullo, povero di giacimenti minerari ma ricco di argilla nelle vicinanze dei principali fiumi, lungo cui si sviluppano gli arretrati centri urbani. Non si tratta di vere e proprie città, ma costruzioni basse l'una vicina all'altra. Agli agglomerati cittadini si intervallano, sempre lungo il corso dei fiumi maggiori, piccole fattorie, ranch e più rari campi coltivati.

Il clima registra normalmente alte temperature ed è generalmente secco, ventoso e desertico nell'entroterra. Tempeste di sabbia e piccole trombe d'aria sono piuttosto comuni, mentre le precipitazioni si concentrano principalmente nelle aree fluviali e marittime.

Il pianeta si schierò con il fronte indipendentista, mettendo a disposizione le sue riserve di argilla - materiale estremamente economico e solido a sufficienza da essere coinvolto nella produzione di alcune parti delle navi da guerra browncoats -. La guerra portò razionamenti, carestie ed epidemie che non fiaccarono però l'animo dei suoi abitanti. Il pianeta rimase ai margini del conflitto per i primi anni, vedendo più tardi (nel 2509) bombardati i suoi principali punti di raccolta di argilla - con relativi lavoratori - e, in misura minore, alcuni dei principali centri urbani. Il pianeta cadde ufficialmente all'inizio del 2510.

Ad oggi, sono state riattivati solo pochi centri di raccolta d'argilla. La vera ricchezza di Boros dalla fine della guerra è tuttavia il suo fornitissimo mercato nero, attorno a cui ruota una vivace piccola e media criminalità.

Ad oggi, gli unici trasporti frequenti da e per il pianeta sono quelli legati al contrabbando e al rifornimento del ricco mercato nero.

Rilievi desertici

Cultura

La lingua più diffusa, scritta è parlata, è l'inglese. Vi è però una tendenza ad utilizzare vocaboli e inflessioni cinesi e giapponesi, quest'ultimo considerato come un semplice dialetto del pianeta. 

La cultura funebre è fortemente sviluppata: i nativi di Boros sono educati a sentire una forte connessione con i propri avi e antenati, tanto che ogni dimora - grande o piccola che sia - presenta uno o più altari privati che custodiscono le ceneri dei familiari. I morti vengono infatti cremati: a Boros non esistono pressoché cimiteri. 

La religione professata è il Nicolismo, una variante del cattolicesimo incentrata sulla figura di St. Nicholas, il santo protettore dei bambini e dei ladri, ricordato il 6 dicembre. La festività del patrono viene rispettata con devozione assoluta: durante la giornata, caratterizzata da grandi festeggiamenti, a tutti i ladri è vietato rubare e imposto l'obbligo di fare ammenda per i reati commessi.


Usi e costumi

L'abbigliamento è perlopiù in stile western, ma i criminali di rango più elevato utilizzano uno stile più orientale. Abiti lunghi e morbidi per persone benestanti o di fede; pantaloni lunghi al polpaccio e gilet smanicati per i poveri.

E' uso comune offrire la propria ospitalità a conoscenti quanto a stranieri, e il rifiuto di un'offerta di accoglienza viene ritenuto offensivo.

E' uso comune rubare qualsiasi cosa a chiunque, anche in piccole quantità, ed è ufficiosamente ritenuto corretto (ma ufficialmente punito dalla legge) rubare ovunque tranne nella chiesa consacrata del santo protettore. I saloni di gioco d'azzardo, molto diffusi, usano fare giustizia internamente: i ladri pescati in flagrante vengono puniti con severità misurata all'entità del furto.


Gokinai

Sorta sul fiume Shinano, Gokinai è uno dei principali centri abitativi post-bellici ed è considerata la capitale del pianeta. Si presenta come una città dall'atmosfera western, con strutture di legno e mattoni d'argilla. Ha tetti bassi e strade polverose, ma le case sono distribuite ordinatamente in nove settori disposti in modo quasi geometrico. E' qui che si trova la più grande fabbrica di raccolta e stoccaggio d'argilla, nonché un grande salone di gioco d'azzardo e la tenuta del sindaco: una grande e opulenta villa in stile orientale che appare come una visione surreale nell'aria di stenti e povertà che si respira nella città. Agli antipodi degli sfarzi del potere politico, è centro di ritrovo abituale la spartana struttura della Chiesa dedicata a Saint Nicholas, che nella sua enorme navata accoglie ogni domenica migliaia di fedeli appartenenti all'umile popolo.

Come in tutta Boros, la criminalità è onnipresente. Nove bande maggiori di malviventi si spartiscono le zone della città, controllando ogni attività criminale: dai piccoli furti allo spaccio, dal contrabbando alla prostituzione. La spartizione del territorio è rigida, ma nonostante ciò le guerre tra bande sono frequenti e, di tanto in tanto, estremamente efferate. Le bande hanno, tuttavia, una funzione anche spiccatamente sociale, ripresa un po' da tutte le grandi gang del pianeta: accolgono nelle loro fila anche bambini, perlopiù orfani di guerra, proteggendoli e istruendoli al furto, che iniziano ad esercitare dalla più giovane età. 

La situazione sanitaria è precaria e la città non ha un vero e proprio ospedale: se le zone più ricche (raccolte perlopiù attorno alla tenuta padronale del sindaco) possono pagare profumatamente ambulatori specializzati, il resto della città deve accontentarsi di medici non specializzati e strumentazione di fortuna. 

All'infuori di Gokinai, i centri cittadini sono pochi e poveri: unico altro agglomerato urbano degno di nota è Blacklake, che prende il suo nome dal lago attorno a cui si sviluppa.

venerdì 17 agosto 2012

Exodus Day


Una riproduzione computerizzata della Terra-che-fu prima che diventasse inabitabile

Una delle poche cose che accomuna tutto il 'Verse, se non forse l'unica, è l'Exodus Day, che ad oggi costituisce la festività più importate di tutti i pianeti colonizzati.
Questa festa commemora il decollo della prima spedizione delle Arche dalla Terra-che-fu verso una porzione di spazio sconosciuto, in un viaggio che avrebbe portato alla colonizzazione di nuovi mondi in altri sistemi solari, con la promessa di una nuova vita di pace, speranza ed opportunità.
Il fatto che molti dei sogni dei primi, ingenui pionieri si siano drasticamente infranti contro l'inospitalità e la criminalità di alcuni pianeti, oltre che con la grande guerra conclusasi di recente, non ha cancellato l'usanza di festeggiare il momento in cui l'umanità decise di congedarsi dalla Terra ormai morente.
L'Exodus Day, che viene festeggiato il 28 Settembre, è insomma una festa di catarsi e speranza, che accomuna tutte le popolazioni del 'Verse, a prescindere dalla loro religione o nazionalità.

La parata del 28 Settembre in una città di Horyzon

Core Worlds

Nei Core Worlds, è usanza festeggiare l'Exodus Day con grandi parate e feste cittadine. Durante la giornata, le strade principali del paese vengono chiuse, transennate e preparate per la grande sfilata, sempre accompagnata da musica e da spettacoli aerei dove piccoli velivoli si cimentano nel volo acrobatico, lasciando dietro di sé scie di fumo colorato.
La festa, che di solito ha inizio nel pomeriggio inoltrato, continua fino a notte fonda fino a culminare nel countdown della mezzanotte, dopo la quale i cittadini sono soliti scambiarsi dolcetti e cioccolatini a forma di navi spaziali.

Uno dei cioccolatini tipici dell'Exodus Day

Border Worlds ed Outer-Rim

Nei Border Worlds e nell'Outer-Rim, è tradizione festeggiare l'Exodus Day con sagre di paese che possono durare anche una settimana intera. Durante le sagre, nelle vie principali, ornate da festoni a forma di astronavi di ogni tipo, vengono montate bancarelle per tutti i gusti, mentre i cantastorie ed i saltimbanchi rallegrano la festa con canti e storie (spesso decisamente fantasiose) sulla Terra-che-fu ed il mitico viaggio verso i nuovi pianeti.
Durante la serata dell'Exodus Day ci si riunisce davanti ad un grande pira, solitamente posizionata nella piazza antistante alla chiesa più importante, e, dopo molte ore di canti, balli, recite e storie condite di cibi casalinghi e bevande alcoliche, si conta alla rovescia sulla scia dei rintocchi della campana, in ricordo del count-down globale che diede inizio al decollo generalizzato delle Arche.

Dei ragazzi danzano attorno al falò a Richleaf, Outer Rim


Usanze comuni per tutti i pianeti (o quasi)

- pranzare con la propria famiglia, in casa o al ristorante a seconda della propria estrazione sociale, per terminare con un dolce a forma di nave spaziale ed avere poi il tempo di unirsi alle feste che iniziano nel tardo pomeriggio.
- comprare e scambiarsi cioccolatini sempre a forma di astronavi: la ricercatezza dei dolci varia a seconda che siano preparati dalle raffinate pasticcere dei Core Worlds o dalla mani delle donne di casa del Border e del Rim.
- per i ricchi genitori dei mondi centrali, regalare ai più piccoli giocattoli a forma di astronavi o libri che raccontino storie sulla Terra-che-fu.
- buttare o dare via oggetti di cui non si ha più bisogno, a memoria di quando la civiltà della Terra-che-fu decise di lasciarsi alle spalle il proprio mondo morente.
- nei mondi del Core, è tradizione riunirsi allo scoccare della mezzanotte del 28 Settembre nei più grandi monasteri buddhisti, per accendere lanterne di carta che prendono il volo nei cieli delle maggiori città. Per meglio godere di questo spettacolo, l'amministrazione cittadina decreta lo spegnimento di qualsiasi luce pubblica non essenziale da mezzanotte alle due di notte, e la stessa cosa fanno i privati cittadini.


Un raffinatissimo dolce a forma di firefly, prodotto da una pasticceria di Capital City

La notte del 28 Settembre presso il tempio Hanshan di Capital City, Horyzon


lunedì 30 luglio 2012

Richleaf - Maracay



RICHLEAF

Richleaf, outer-rim planet del sistema Polaris, è famoso per un avanzamento tecnologico discreto e strutture mediche senza pari in tutto l'outer-rim. Piuttosto povero di risorse naturali, presenta un clima variabile, con temperature che non scendono sotto i sei gradi nei mesi invernali e che salgono fino a picchi frequenti di 45 gradi nei mesi estivi. Le precipitazioni, assai frequenti e decisamente abbondanti, si concentrano tra novembre e marzo.

Richleaf si è schierato, all'inizio della guerra, con il Fronte Indipendentista. E' stato mediamente bombardato subendo, durante la ricostruzione delle strutture mediche e dei laboratori, una carestia e un'epidemia di tifo due che, congiunte, hanno spazzato via centinaia di migliaia di vite. 


MARACAY

La capitale di Richleaf è il vastissimo conglomerato urbano di Maracay, una città estesa quanto le più grandi megalopoli del Core.

Maracay ha un centro cittadino ristretto, pieno di grattacieli talmente vicini tra di loro che, si dice - esagerando - che un abitante del centro può passare una ciotola di riso al suo dirimpettaio semplicemente allungando la mano fuori dalla finestra.

Mentre il centro è popolato da una classe di imprenditori mediamente benestanti, il vero cuore di Maracay si trova, paradossalmente, nelle sue vastissime periferie: sei strade principali che danno il nome ai "quartieri" sviluppatisi loro intorno: Saavedra, Dominicana, Las Rosas, Fidelidad, Tartagal e San Cristobal. 



Tali periferie hanno tutte conformazioni simili, sviluppandosi sul modello della baraccata: centinaia di baracche costruite di alluminio e materiali di scarto, facilmente infiammabili e spesso prive dei servizi essenziali, si accatastano l'una sull'altra, in alcuni casi in zone paludose percorse da canali di acqua piovana (come, ad esempio, a Las Rosas e Fidelidad). Il livello tecnologico, sviluppato nel centro - che ospita ospedali e laboratori di sintetizzazione - viene meno nelle zone delle baraccate, dove è tuttavia possibile trovare cliniche attrezzate ed economiche nonché laboratori di fortuna: Richleaf, infatti, è celebre in tutto il sistema per le esportazioni di droghe e prodotti sintetici illegali.



CULTURA

La lingua più parlata è l'inglese, ma esistono numerosissime comunità di lingua spagnola (considerata, comunque, alla stregua di un qualsiasi dialetto). La sensazione che si ha nel percorrere le rumorose strade della città - pieni di saltimbanchi, musicanti, ballerini - è quella di un vivacissimo crogiolo di culture che si fondono in sincretismi a volte paradossali.

La religione più praticata è il cattolicesimo, seppure la sua fusione con miti e credenze locali porti alla creazione di un nuovo culto cui si fa riferimento solitamente col nome di la Mezcla. Questa specie di religione comprende, accanto alla visione del Dio cristiano più tradizionale, un vasto pantheon di santi ognuno con la propria area d'influenza: i santi più importanti sono Saint Miguel, protettore dei collezionisti * e Saint Adele, protettrice dei musicanti. Ai santi si affianca una vasta schiera di demoni, raffigurati nelle maniere più eccentriche, che la tradizione vuole in lotta perenne per aggiudicarsi le anime degli uomini: la possessione demoniaca è considerata reale, gli esorcismi praticati ogni anno sono numerosi e brutali. Altre pratiche considerate reali sono il voodoo e la magia nera, e ugualmente esistenti sono ritenuti una serie di animali fantastici (tra cui il corvo con tre occhi, considerato segno di sventura imminente). 


* Una delle figure "professionali" più presenti nelle zone delle baracche è quella del "collezionista": vengono così chiamati tutti coloro che si avventurano nelle discariche della città alla ricerca di materiale di scarto utile a riparazioni e costruzioni meccaniche ed edilizie, che rivendono poi nei vastissimi mercati di Maracay. Un adagio molto noto dice che: "a Maracay, ogni cosa ha sette vite", alludendo appunto al riciclo che si fa di ogni materiale.

giovedì 22 marzo 2012

Tessen



Il tessenjutsu è l'arte marziale del ventaglio da combattimento, il tessen. L'uso del ventaglio in combattimento è menzionato nelle antiche leggende della Terra Che Fu ricostruite da Robert Morigito, noto storico marzialista considerato a tutt'oggi il massimo esperto nella storia delle armi bianche e da botta della tradizione antica. Secondo gli studi di Morigito - raccolti nel libro "Tessenjutsu" - il Tessen nasce in una regione della Terra Che Fu chiamata "Giappone".

Alcuni storici identificano il Giappone come una provincia della famosa Cina, altri sostengono che fosse uno stato indipendente. In ogni caso, i documenti dimostrano che l'uso del Tessen nasce e si
sviluppa in Giappone, partendo dalla tradizione originaria dei "Ventagli da Battaglia".

I Ventagli da Battaglia erano ventagli decorati con colori vistosissimi, usati dai generali per fare segnalazioni alle truppe durante glischieramenti di battaglia terrestre. Esistono dati che
confermano l'utilizzo di colori diversi e movimenti diversi per trasmette un'ampia varietà di ordini, oltre che a dimostrare la presenza di figure specifiche posizionate in ogni truppa in possesso di nozioni specifiche per interpretare i messaggi, ripeterli a beneficio di armati più lontani dai generali o rispondere per conto del comandante di truppa. Non ci sono però pervenute tracce della codifica di questi messaggi.

La tradizione ricostruita attraverso favole e romanzi, porta a credere che durante i conflitti più serrati, i messaggeri si siano trovati in più occasioni a non avere altro oggetto con cui difendersi se non i propri ventagli da battaglia, iniziando a studiare quindi, oltre la codifica, quelli che originariamente erano piccoli "trucchi" di autodifesa e copertura di fuga utilizzando un ventaglio.

In data incerta, avviene una svolta nella storia del tessen: un editto governativo vietò l'ingresso nei palazzi di potere a qualunque individuo armato, dignitari e graduati inclusi. Morigito sta tutt'ora cercando di dettagliare meglio il contesto storico di questo evento. Al oggi, le versioni più attendibili parlano di un'epoca di cospirazioni e colpi di stato a seguito di problemi dinastici della famiglia regnante, ma è solo una delle varie teorie più accreditate.

Temendo per la propria vita, i dignitari in visita ad altri dignitari iniziarono quindi ad elaborare e studiare tecniche di combattimento che non prevedessero l'uso delle armi. A questa ricerca risalgono alcune delle arti marziali più originali e curiose della storia dei combattimenti, tra cui le tecniche di lotta con cintura, quelle di combattimento con sandali ed infine il combattimento con ventaglio.

Tra tutte le varie arti sviluppate in questo frangente storico, l'unica che abbia avuto fortuna, seguito e risonanza resta il tessenjutsu. Se inizialmente le tecniche prevedevano sistemi di combattimento che permettevano di difendersi da attacchi a mani nude con l'uso di un normale ventaglio (da battaglia o meno), nel corso dei secoli l'ingegno guerriero ha sviluppato ventagli appositamente per il combattimento, creando intelaiature in metallo o intrecci che rendessero la carta tagliente, in maniera da massimizzare il danno inflitto. Questa disciplina trovà particolare seguito nelle persone di prestigio, nei nobili e negli alti graduati che frequentavano la corte ed altre strutture di potere, in cui per secoli persistette il divieto di accesso armato.

Quando, in un periodo databile intorno al XIX secolo, l'editto goverantivo decadde, il tessenjutsu iniziò il suo declino, rimanendo un "vezzo" di nicchia. Molti dignitari, od anche solo mercanti facoltori privi di lignaggio, continuavano a praticarlo, studiarlo e tramandarlo esclusivamente come simbolo di un retaggio prestigioso. Si diffuse la credenza che l'uso del Tessen fosse solo uno status symbol, sebbene in molte occasioni documentate raccolte da Morigito nel suo libro sia ancora attestabile l'uso del tessen in duello o per difendersi da agguati ed attentati. Tutti questi casi, comunque, costituiscono "eccezioni": il fatto che alcuni eventi di questo tipo abbiano a suo tempo avuyo abbastanza onor di cronaca da essere pervenuti ai giorni nostri è la prova che non fossero assolutamente considerati la norma.

Con la Colonizzazione, pochissime testimonianze di tessenjustsu hanno raggiunto inizialmente il Verse. Solo in tempi recenti, intorno al 2450, si è assistito ad una riscoperta di quest'arte marziale ed alla diffusione del libro di Morigito sull'argomento, edito pochi anni prima.