Visualizzazione post con etichetta credenze. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta credenze. Mostra tutti i post

domenica 25 agosto 2013

Shadetrack


"Non puoi tornare a casa perché non è più dov'era una volta"
Detto diffusosi a Shadetrack dalla fine della Guerra.


Generale

Shadetrack era, prima della guerra, un pianeta fertile e ricco di risorse naturali, popolato perlopiù di piccoli borghi rurali indipendenti, ranch e fattorie di medie e grandi dimensioni. Schieratosi con gli Indipendentisti, è stato duramente bombardato dall'Alleanza durante la guerra, tanto che si dice che ora non ne sia rimasto altro che cenere e qualche minuscola oasi sovrasfruttata dai pochi superstiti. Quando era ancora fertile, divideva il suo territorio tra vaste zone desertiche, perlopiù transito di gruppi nomadi e viaggiatori, ed enormi praterie e campi coltivabili. Le tre regioni maggiormente popolate (ma chiaramente non le uniche) erano Sweet Waters (simile nella conformazione, nella cultura e nelle attività svolte dai suoi abitanti a decine di zone sparse per l'intero pianeta), Las Cruces e l'area marittima nota come The Quay.



Sweet Waters 
mappa

Prima della guerra, Sweet Waters (chiamata dai suoi abitanti anche "la regione dei fiumi") è sicuramente la più fertile tra le numerose regioni del pianeta. I centri urbani sono raccolti perlopiù nella zona a sud, spaccata in due dalla catena montuosa della Trinidad, affiancati da una serie di ranch più o meno piccoli, a conduzione familiare o amministrati da decine di persone e in grado di dar lavoro a centinaia di uomini e donne. I più grandi ranch si trovano a est delle montagne, mentre a ovest si sviluppano i centri urbani più popolati: Mexican e Ciudad Nueva. La maggior parte della popolazione, tuttavia, non vive nelle grandi città (che non contano comunque un alto numero di abitanti: 70.000 per Mexican, 120.000 per Ciudad Nueva), ma nei villaggi minori, nei campi, a ridosso dei ranch: là, insomma, dove c'è più lavoro. A nord si estendono invece vastissime e rigogliose praterie utilizzate come pascolo dai ranch del sud durante le stagioni calde. Il clima è temperato e gli inverni non sono troppo rigidi, pur presentando precipitazioni nevose più copiose sulle montagne.

L'ambiente di Sweet Waters (e di Shadetrack tutta) è tipicamente western. La tecnologia è estremamente arretrata e, anche nel campo dell'agricoltura, le innovazioni sono poche, i macchinari poco diffusi e appannaggio quasi esclusivo dei ranch più grandi. La borghesia possidente ha proprietà in campagna ma vive in città, e in linea generale i beni più preziosi sono il bestiame e la terra. La scolarizzazione è bassa, l'analfabetismo diffuso, la pena di morte per impiccagione applicata agli omicidi quanto ai ladri di cavalli (crimini pressoché equiparati) e le donne vengono viste come subordinate agli uomini che hanno vicino (padri, fratelli, mariti).  

La religione più praticata è il rigido cristianesimo battista, seguito da un diffusissimo cattolicesimo. Le due religioni si distribuiscono lungo linee culturali annacquate dalla commistione dell'etnia europea e quella ispanica: i battisti sono solitamente bianchi e parlano inglese, i cattolici sono latini e parlano lo spagnolo come prima lingua. Al livello fattuale, tuttavia, le due etnie si sono mischate attraverso varie generazioni, rendendo ben più sfocate e indefinibili le linee di demarcazione etnica. Ad oggi, la comunità di appartenenza viene determinata dalla religione professata piuttosto che dall'etnia. In caso di matrimoni misti, una legge stabilisce che il nucleo familiare debba assumere la religione del capofamiglia.




Las Cruces
mappa

Chiusa da un giro di ripide montagne, chiamate le "Anillo Mountains", Las Cruces è un ampio territorio verdeggiante che si sviluppa attorno all'enorme lago Salvaciòn, il più vasto bacino di acqua dolce di tutta Sweet Waters. Gli abitanti di Las Cruces, quasi totalmente di lingua spagnola, praticano un cattolicesimo arricchito da numerosissime credenze e superstizioni al limite del sincretismo. La stessa geografia della zona è intrecciata a numerose convinzioni scaramantiche: i 'cruceros' ritengono che le acque del lago Salvaciòn siano sante e benedette al punto di avere il potere mistico di garantire l'estrema fertilità dei terreni all'interno dell'Anello. Per lo stesso motivo, si vieta a chiunque non sia di fede cattolica il bagno nelle acque del lago (con diverse varianti: molti dicono, per esempio, che un battista che si facesse il bagno nel Salvaciòn, diventerebbe immediatamente cattolico). 
Le vie d'accesso a Las Cruces sono due soltanto: a sud est il "Paso Estrecho", percorso da un largo e profondo fiume navigabile, e a nord ovest il Paso de Las Cruces, dal terreno secco e pietroso e percorso ai lati da centinaia di tombe appartenenti ai numerosi "santi" della ragione, lì sepolti perché accompagnino il cammino di coloro che lascino i territori benedetti di Las Cruces avventurandosi nel vasto deserto che circonda l'Anello.

insenatura del Lago Salvaciòn

I territori di Las Cruces, per quanto non estremamente estesi, sono sufficientemente fertili da poter permettere la completa autosufficienza della regione, che ha quindi conservato una cultura piuttosto chiusa e ostile allo straniero e, più genericamente, al "diverso". Nonostante ciò i cruceros sono un popolo paradossalmente vivace, e ogni villaggio festeggia almeno trenta santi ogni anno. Il santo patrono dell'intero Anillo è il "Santo sin nombre" (Santo senza nome), detto anche la "Primera Cruz", la prima croce, a cui è attribuita la benedizione del lago Salvaciòn che rese, secondo le credenze, fertile e rigogliosa l'intera regione. Ancora oggi gli abitanti festeggiano ogni settembre la Primera Cruz con grandi manifestazioni religiose.

Sotto la stretta guida dell'Autoridad (una ristrettissima oligarchia di dieci uomini con potere religioso quanto politico, eletti per acclamazione ogni dieci anni), Las Cruces oppose una durissima resistenza alle invasioni alleate, aiutata dalla conformazione particolare della zona, in grado di offrire l'alta barricata naturale delle montagne. Las Cruces non venne mai veramente conquistata, ma la sua resistenza costò numerose vite e i bombardamenti distrussero molti dei campi. Nonostante ciò, la scelta di non seminare il diserbante riservato alle altre zone fertili, permette oggi a Las Cruces di essere una delle zone meno disastrate di Shadetrack, seppur attraversi comunque grandi difficoltà. Tutti i morti della resistenza sono stati eletti santi e sepolti lungo il Paso de Las Cruces, che conta oggi migliaia di croci. 


The Quay

The Quayside, più comunemente nota come the Quay, è un'ampia zona marittima tra le più tecnologicamente sviluppate dell'intero pianeta. Essa si sviluppa tra un profondo mare ricco di fauna acquatica a sud e le rocciose Kilmarock Mountains, a nord. Colerain Quay, che dà il nome all'intera regione, è il centro urbano più esteso e vivace di tutta Shadetrack: si sviluppa su una lingua di terra sporta sul mare e conta un totale di due milioni di abitanti - un record assoluto per l'intero pianeta. Nata come zona di pescatori e piccoli imprenditori, The Quay deve la sua fortuna alle montagne a settentrione, ricche di giacimenti di ferro e carbone che, sfruttati adeguatamente, hanno reso possibile lo sviluppo di un'industria vivace e altamente produttiva: i numerosi villaggi di minatori lungo la catena montuosa raccolgono carbone e ferro che viene spedito in città lungo le lunghe direttrici (le principali sono la Limerick Way e l'East Path). Una volta giunto a destinazione, il carbone alimenta le grandi fornaci in grado di alimentare i poco complessi ma funzionali meccanismi della fabbrica. Dai centri produttivi di Colerain escono grandi vascelli navali, rudimentali macchine agricole destinate ai più importanti ranch del pianeta, treni a vapore e, dal 2506, armi automatiche per l'esercito indipendentista. Si tratta di un centro produttivo arretrato e di importanza del tutto marginale rispetto agli altri grandi pianeti sviluppati del sistema, come Spartaca e Hera, tanto che inizialmente la zona viene ignorata dalle truppe alleate, per poi essere comunque inserita nella lista di obiettivi da bombardare prima della sconfitta definitiva.

La maggioranza della popolazione è di confessione protestante battista, seppur la religione abbia un ruolo marginale nelle vite degli abitanti. L'alfabetizzazione è appena più diffusa rispetto alla media del pianeta, ma l'educazione rimaneva, anche nei tempi di prosperità precedenti alla Guerra, appannaggio dei soli ceti possidenti. 

miniera di carbone, anno 2503


I Cajun di Shadetrack

Il pianeta è abitato, oltre alle due etnie già citate, da una minoranza etnica francofona la cui presenza viene fatta risalire incertamente alla prima colonizzazione o a migrazioni successive. Si tratta per lo più di individui dalla carnagione bianca e i colori chiari, con le dovute eccezioni determinate dal rimescolamento etnico, la cui presenza sul pianeta è ristretta quasi totalmente alle aree di Sweet Waters e The Quay.
I cajun di Shadetrack parlano tra loro un francese sporco che ha poco da spartire con quello della terra-che-fu, inquinato da commistioni frequenti con l'inglese tanto a livello lessicale (ad esempio "aye" per "oui") che grammaticale ("L'ami je sors avec" ricalcato sull'inglese "The friend I go out with", per "L'ami avec lequel je sors").

Dal punto di vista sociale, l'etnia francofona è fortemente spaccata in due macrogruppi che si differenziano sommariamente per cultura, abitudini e integrazione nel tessuto sociale del pianeta.

Locals: di fede anabattista, definiscono se stessi Fratelli in Cristo e costituiscono la gran parte dell'etnia cajun del pianeta. Stanziati fra la zona di The Quay, dove si dedicano alla pesca, e Sweet Waters, sono per lo più lavoratori stagionali che si spostano in gruppi più o meno nutriti fra un ranch e l'altro. Malgrado la tendenza a costituire comunità chiuse di stampo religioso, la fama di buoni e onesti lavoratori li rende largamente accettati tra i battisti, meno fra i cattolici: episodi di razzismo più o meno esplicito non sono infrequenti, soprattutto da parte di quest'ultimi, a causa delle 'anomalie' della professione anabattista e della tendenza a fare di tutta l'erba un fascio quando si tratta di rivalersi dei furti o di altri crimini perpetrati dai lacklands.

Lacklands: anabattisti o atei, nelle frange più estreme, si tratta a tutti gli effetti di una minoranza nella minoranza. Benvoluti o trattati con diffidenza, a seconda, dalle altre comunità cajun, sono malvisti tanto dai battisti quanto dai cattolici a causa dello stile di vita cui aderiscono. I lacklands (senza terra) sono famiglie nomadi che abitano carovane di dimensione variabile, in continuo spostamento fra The Quay e Sweet Waters, e praticano lavoretti occasionali che non di rado sfociano in attività illecite, dal furto alla prostituzione. Definiscono se stessi 'les gens' (la gente) e si distinguono dai 'brutes' esterni alla comunità attraverso una fitta serie di regole e usanze che possono variare tra una carovana e l'altra.


Storia recente

Seppur i venticinque anni compresi tra il 2480 e il 2505 siano stati dominati da un periodo di relativa pace, Shadetrack ha avuto una storia perennemente costellata di conflitti di piccola e media entità, chiamati impropriamente "guerre" e quasi tutti causati da contese territoriali tra proprietari terrieri confinanti. Più vasti erano le proprietà coinvolte, più grande e sanguinoso era il conflitto risultante. Tali conflitti (di cui si ricorda soprattutto la guerra per las Verdes Hills, a sud di Sweet Waters) non avevano tuttavia durate superiori a pochi mesi e non facevano più di un paio di centinaia di vittime.

Shadetrack aderì quasi immediatamente alla Grande Guerra, schierandosi col fronte indipendentista. Oltre a fornire un discreto numero di uomini all'Esercito, il pianeta divenne il più importante granaio del sistema Columba, in grado di produrre ingenti quantità di derrate alimentari per l'esercito e per i fronti più combattivi del Sistema, schierati a Spartaca e a Hera. L'esercito alleato sbarcò sul pianeta nel 2508 e per diversi anni tentò di impadronirsene con le truppe di terra, senza danneggiarne il terreno, pensando di poterlo facilmente conquistare e sfruttarne le risorse per il proprio fronte. Incontrò, tuttavia, la strenua opposizione degli abitanti, che si organizzarono spontaneamente in milizie di resistenza largamente appoggiate dalla popolazione, in grado di portare attacchi rapidi e terribili ai gruppi alleati sfruttando la conoscenza del terreno.

E' a quel punto che l'Alleanza, rendendosi conto di aver investito troppo tempo e risorse nella conquista del pianeta, decise di desistere: una volta rassegnata a non poter sfruttare il pianeta né a occuparlo (le azioni civili e diplomatiche furono vane quanto quelle militari), ma allo stesso tempo non potendo permettere ulteriori risorse arrivassero al fronte nemico, tra il gennaio e il marzo del 2511 l'esercito unionista mise in atto un massiccio bombardamento per fiaccare la popolazione, e avvelenò i campi di diserbante chimico che ne annullò la produttività e contaminò le acque. Attualmente, Shadetrack è una distesa brulla: i superstiti si sono accalcati nelle poche zone ancora vivibili e soffrono la fame e gli stenti. Le condizioni igieniche sono precarie e le malattie epidemiche frequenti: la più aggressiva è sicuramente il Tifo 2, comparso durante i primi bombardamenti e tutt'oggi causa di numerose morti. 

Il porto di Colerain Quay dopo i bombardamenti del 2511


Dopo la guerra

Di Shadetrack non rimane molto. Sweet Waters, dopo una lunga e tragica resistenza, è probabilmente tra le zone più tragicamente devastate: i 'trackers dicono che ad est della Trinidad non poggia lo sguardo neanche più Dio in persona, mentre la zona ad ovest è contesa tra i pochi superstiti e branchi di lupi e sciacalli sempre più numerosi, che invece di cacciare si infilano nelle grandi fosse comuni dove vengono buttati i morti di tifo 2. Gli sfollati si sono raccolti attorno a Mexican e Ciudad Nueva e stanno provando a ricostruire con i ben pochi mezzi a loro disposizione.
The Quay, pesantemente bombardata, è stata ed è tutt'oggi devastata da epidemie di colera e tifo 2 che, a causa dell'alta densità della popolazione, si sono diffuse con grande rapidità ed estrema aggressività. Le fornaci che un tempo alimentavano le fabbriche sono oggi utilizzate per bruciare i cadaveri, e le due città principali (Colerain Quay e Tallaght) sono andate gradualmente svuotandosi in favore di una serie di piccoli insediamenti sulle montagne. 
A Las Cruces, infine, i cruceros sono riusciti a riportare alla produttività alcuni appezzamenti di terreno. Nonostante le grandissime difficoltà, Las Cruces è oggi la zona più vivibile di tutta Shadetrack, e per questo molto ambita: molti sono i profughi che provano ad entrare nell'Anillo e che vengono spesso respinti, talvolta trucidati dagli scoscesi pendii del Paso de las Cruces, costantemente sorvolato dagli avvoltoi.


venerdì 16 agosto 2013

Clackline



Settore: Border-Rim
Sistema: Dorado
Clima: Temperato caldo / subtropicale
Economia: schiavile
Status tecnologico: medio - arretrato
Religione: Protestante (20%), Buddhista (10%), Neoavventista (70%)
Lingue: Inglese, Cinese, Escravìt
Capitale: Baton Rouge (Monroeville)
Altri centri urbani: Augustine, Macon, Waycross, Sarasota.

Strada maestra di Villa Moresse

Clackline è il pianeta più esteso del sistema Dorado e sicuramente uno dei più estesi del Multiverso. Possiede due satelliti naturali orbitanti, Nicanor e Menander, entrambi della stazza che doveva possedere la Luna dell'antica Terra-Che-Fu; la crosta di Nicanor ha un colore azzurrino, quella di Menander tende al rosso. Gli oceani sono leggermente inferiori alla terra emersa (in una proporzione 35%-65%), poco salati e ricchi di fauna. Il terraforming mirato di Clackline (teso a farne un mondo prettamente agricolo) ha uniformato il clima, rendendolo di fatto molto simile in ciascuna zona della superficie, benché l'ampiezza del corpo celeste e la presenza di montagne di ragguardevoli entità, mantenga una diversità meteorologica a differenti altitudini. L'ambiente collinare è scarso: si alternano grandissime pianure, alcune poco sotto il livello del mare, a catene montuose consistenti, da cui nascono un alto numero di fiumi. Le piogge sono regolarmente distribuite per tutto l'arco dell'anno, più intense ed insistenti nella stagione 'estiva', quando i monsoni si spostano dal mare verso l'interno (Clackline possiede stagioni equivalenti ad un'estate, e ad un autunno, separate da confuse fasi intermedie). L'alternanza oceani-grandi pianure- montagne origina l'intenso fenomeno degli uragani e dei cicloni, che funestano (spesso catastroficamente) gran parte del pianeta da agosto a novembre, con un picco ad inizio settembre. Le temperature a livello base sono assestate sui 20 gradi diurni -15 notturni (grazie all'azione mitigatrice dei bacini fluviali e dei venti oceanici) in autunno, 30 gradi diurni - 25 notturni in estate. Naturalmente, salendo di altitudine le temperature decrescono di conseguenza. 
L'economia del pianeta si basa sullo schiavismo. Gli schiavi sono impiegati specialmente nei giganteschi latifondi agricoli, nelle tenute di bestiame e nelle cave rocciose (Clackline è il primo produttore di marmo del 'Verse)


Baton Rouge (Monroeville), la 'Villa' e i battelli

Laurel Street, Baton Rouge

La capitale di Clakline è la popolosissima e estesissima Baton Rouge. Situata sul mare, copre uno spazio molto superiore a quello occupato dalle più grandi megalopoli del Core. Gli edifici che la compongono sono in pietra e ferro battuto lavorato, dalle linee architettoniche liberty-vittoriane e raramente superano i due piani. Abbondanti sono i canali, i giardini (spesso situati anche in cima ai tetti), i parchi, i chiostri piastrellati, i cortili interni, le piazze ombreggiate e specialmente le innumerevoli fontane, collegate l'una all'altra da acquedotti-gronde in muratura che passano ai margini delle vie. Nei quartieri centrali, quelli più ricchi, è presente l'illuminazione elettrica e l'acqua corrente. Le strade sono ampie, spesso sterrate e senza una precisa planimetria. Un adagio locale spiega quanto sia impossibile visitare l'intera Baton Rouge anche dedicando all'impresa un esistenza completa; come, di conseguenza, se si nasce a Baton Rouge non si abbia bisogno di uscirne mai (perchè a Baton Rouge c'è tutto). Molto movimentata, molto aperta rispetto a qualunque altra città del Border (ad esempio, l'omosessualità è qui e genericamente nella Clackline urbana pacificamente tollerata, così come il divorzio) ha ispirato viaggiatori, scrittori e esploratori sin dalla propria antica fondazione. Baton Rouge vanta uno degli scali spaziali più trafficati (e caotici) del 'Verse. Il secondo nome di Baton Rouge, utilizzato comunemente, specialmente dagli schiavi, è Monroeville, in onore del Consorzio Agricolo Monroe che, in tempi remoti, rese abitabile il pianeta.
Le città minori (comunque di notevoli dimensioni) assomigliano molto a Baton Rouge, ma non posseggono la medesima animazione e il volume di transiti umani, di visitatori esterni, di ricchezze.

Negli spazi lontani dai centri abitati e in mezzo agli immensi latifondi di Clackline le persone dimorano in 'Ville' private dalle grandi proporzioni, provviste del necessario (dalla macelleria alla cappella privata, al cimitero) che ospitano una (o più) famiglie padronali assieme al loro corteo di schiavi lavoranti. Nonostante l'estensione dei conglomerati urbani come Baton Rouge, Waycross o Sarasota, la 'Villa' rimane probabilmente l'unità base abitativo-organizzativa del pianeta.

Altra specificità di Clackline è il trasporto fluviale su battello.
I battelli fluviali sono il mezzo di spostamento più utilizzato dalla gente di Clackline per viaggiare da un luogo all'altro o commerciare merci, bestiame, lastroni di pietra. Piuttosto lenti, ma molto sicuri e di notevole stazza, i battelli fluviali garantiscono collegamenti tra tutte le principali città del pianeta e percorrono linee fitte in grado di connettere la maggioranza dei nuclei abitati minori. Esistono battelli di linea e battelli/navi private. Alcune tra le chiatte più grandi permettono persino l'atterraggio di un medium cruiser durante la navigazione.

Il battello "Clemire" al porto di Augustine


Società

La gente di Clackline è ripartita tra 'liberi' e 'schiavi'. La popolazione libera è numericamente inferiore, detenendo tuttavia la gran parte delle ricchezze/risorse del pianeta. I 'liberi' hanno per la maggioranza ascendenze inglesi, per una - corposa, se si considera la percentuale- minoranza ascendenze asiatiche. Specialmente dal dopoguerra, nonostante Clackline si fosse schierata sul fronte dell'indipendenza, non è insolito incappare in corers intenti a gestire affari in loco e stabilirvisi, per quanto la loro presenza fisica sia drasticamente (e volutamente) limitata alle città, oltre le quali non arrischiano a spostarsi privi di folta scorta. I liberi non lavorano , vivono delle rendite della popolazione schiavile a cui offrono protezione. Originariamente i liberi non svolgevano alcun tipo di mestiere, dai più bassi ai più elevati, limitandosi a gestire la politica ed il denaro, interdetto alle mani degli schiavi: persino mansioni come il medico, usualmente reputate prestigiose, venivano lasciate appannaggio di questi ultimi. Col trascorrere del tempo, salvo una sacca (comunque molto influente sia numericamente che ideologicamente) di liberi conservatori propugnatori dell'ideale del retirement (ozio), i liberi più moderni hanno cominciato a dedicarsi correntemente ai lavori specializzati, lasciando i mestieri di fatica agli schiavi. Paradossalmente, tale 'avanzamento' nell'ottica collettiva ha introdotto alcuni squilibri all'interno del delicato sistema di Clakline.

I liberi sono religiosamente protestanti e buddhisti a seconda delle ascendenze e parlano specialmente inglese, benchè il cinese venga inteso ovunque e praticato con frequenza a tutti i gradini della collettività.

Gli schiavi costituiscono il settanta percento della popolazione, e quasi la totalità della popolazione attiva. Le loro condizioni di vita dipendono spesso dal padrone che li ha acquisiti o acquistati e variano molto da situazione a situazione. Da quanto si evince dalle ricerche antropologiche recenti e dall'esperienza passata, per ragioni religiose e culturali (analizzate più in basso) gli schiavi non tendono affatto a percepire se stessi e il proprio status in modo dispregiativo. Anzi. Questo dato, che potrebbe stupire i più, ha permesso alla società del pianeta di mantenersi relativamente stabile fino ad oggi.


I 'liberi' ed il retirement

Il concetto del 'retirement' è un'originale e antica elaborazione tipica delle elites di Clakline. Non è dato sapere (vi sono molte dispute accademiche, in merito) se sia stato creato dalle elites in tempi remoti volontariamente, per perseguire scopi di comando, o se sia più un semplice riflesso ideologico delle condizioni materiali venutesi a creare con la nascita della schiavitù. 

Il retirement caratterizza i ricchi, i possidenti, che rinunciano al lavoro in ogni forma, per dedicarsi unicamente alla politica, all'attività intellettuale e alla gestione del denaro (interdetta culturalmente alla classe schiavile). Qualunque impiego preveda direttamente una remunerazione o un ritorno economico è considerato contrario all'idea del retirement, che pone il fulcro della vita d'un individuo nella possibilità di esistere senza provvedere ai propri bisogni primari (considerati animali) sviluppando così a pieno il lato nobile dell'essere. Non c'è da stupirsi se, dunque, molti diplomatici, intellettuali e persino pensatori esterni a Central (quindi tra Rim e Border) provenissero e continuino a provenire da Clakline.

In tempi più moderni l'ideale del retirement è stato superato da una parte leggermente maggioritaria della popolazione libera. Il fatto, genericamente percepibile come un avanzamento, ha comportato specialmente nelle classi schiavili un certo malcontento: dove viene meno l'idea del retirement, in un contesto fortemente dialettico come quello di Clackline, le elites tendono a monopolizzare lavori sedentari e specializzati che esulino dall'affaticamento fisico, lasciando gli schiavi a 'spezzarsi la schiena' sulle mansioni più grezze, più debilitanti.



Identità schiavile (Escravìt)

Villa Jonesbourg, pressi di Macon
È necessario chiarire una distinzione fondamentale tra lo schiavismo in generale e lo schiavismo di Clackline. Per quanto lo schiavismo storicamente nasca su Clackline e poi venga adottato massicciamente nel 'Verse conosciuto, esso mantiene sul pianeta originario caratteristiche del tutto peculiari. Gli schiavi nati e cresciuti su Clakline dimostrano un modo di percepire la loro condizione umana assai peculiare, che differisce da quello del resto del 'Verse, da quello degli schiavi che possiamo trovare su Shylock o nei bazaar degli Skyplex.
Paradossalmente, gli schiavi non valutano lo schiavismo sotto una luce negativa. Consapevoli della loro condizione, ne hanno fatto un motivo di elezione attraverso la religione e il conio d'una lingua particolare. Non posseggono un'identità comune politica ma si sentono l'un con l'altro affratellati nelle tradizioni, nel culto, nelle origini come unico popolo. Quando si rapportano con qualcuno estraneo alla cultura di Clackline che si approcci alla schiavitù con i 'pregiudizi' tipici delle genti del Core, gli schiavi stessi si reputano offesi da qualunque allusione ad una presunta minorità del loro status sociale.

Gli schiavi parlano l'Escravìt, una lingua grammaticalmente molto complicata e ricchissima lessicalmente (talmente complessa e multiforme da fornire ai glottologi, ai linguisti, inesauribili spunti di indagine). Non è possibile riassumere brevemente il funzionamento dell'Escravìt, ma in accezione più generale vi si riconosce una evidente matrice sintattica anglofona su cui opera la tendenza ad invertire (liberamente) le sillabe delle parole. 'Mother' diviene 'Hermot', 'father' diventa 'Harfat', 'Brother' si trasforma in 'Herbrot', via dicendo. Sister-Tersis, Table-Letab, House-Sehow, Road-Adrow. Altra curiosità: in Escravìt la parola 'schiavo' non esiste. Esistono però ben 27 modi diversi di dire 'essere umano' le cui sfumature sono pressochè incomprensibili a chi non faccia parte della cultura e dell'identità Escravìt.

La religione degli schiavi è il cristianesimo neoavventista (per distinguerlo dall'avventismo storico della terra-che-fu). Il neoavventismo incentra se stesso sull'idea predominante della seconda venuta del messia, intesa qui come liberazione. Alcuni tra gli schiavi la attendono la venuta come liberazione solamente spirituale, altri come liberazione sociale; il risultato non cambia: l'idea d'una prossima calata redentrice del salvatore permea profondamente la maniera in cui gli schiavi conducono la propria esistenza. Eminenti studiosi spiegano che la pace sociale di cui ha goduto Clakline fino alla contemporaneità derivi sostanzialmente dai dettami del neoavventismo, che colloca l' affrancazione del popolo Escravìt in un preciso quadro cosmico/teologico, dissuadendo i singoli da perseguire (o concepire) emancipazioni alternative, personali o politiche.

Il neoavventismo locale possiede una forte caratterizzazione astrologica: si dice, infatti, che Cristo tornerà tra gli uomini quando i due satelliti (Nicanor e Menander) si sovrapporranno una seconda volta (la prima, si intende, è stata per celebrare la nascita di Gesù) percorrendo le proprie orbite. Esiste quindi una data approssimabile di tale evento, per quanto, specialmente negli strati più bassi della cittadinanza Escravìt si tenda a anticipare o posporre il fatto in maniera decisamente superstiziosa ed arbitraria.

Secondo le regole del Neoavventismo più stretto il denaro è oggetto impuro: viene fatto l'esplicito divieto di accumularlo, desiderarlo e, possibilmente, toccarlo. Altro dettame fondamentale è il dettame dell'obbedienza. Obbedienza al proprio padrone ed obbedienza al signore. Per lo schiavo religioso, è nell'obbedienza al proprio padrone che si realizza la forma di indipendenza più pura e spassionata. Tale attitudine non deve mai scivolare in una scontata sottomissione interessata, ma anzi, ricalca la passione con cui Cristo si dichiarò servo degli uomini. 

venerdì 26 luglio 2013

Shijie


Settore: Outer-Rim
Sistema: Polaris
Clima: Temperato
Economia: rurale
Status tecnologico: arretrato
Religione: Protestante (69%), Cattolica (3%), Animista (28%)
Lingua madre: Inglese (70%), Cinese (30%) - con un elevato tasso di bilinguismo nei maggiori conglomerati urbani.
Capitale: Smullyan
Altri centri urbani: Ridgeville, Bào Loc, Herdcross, Memot Town


Il nome di Shijie è ora tristemente associato alla distruzione che ha incontrato durante la guerra, e alla resistenza ostinata che la sua popolazione ha perpetrato prima di venire distrutta. 

Ma, prima del 2506, Shijie era un pianeta estremamente vivo e fertile. La sua superficie era una delle più rigogliose del Sistema Polaris, e permetteva alla popolazione di vivere grazie al commercio dei prodotti agricoli e di allevamento, o in alcuni casi di sfruttare le terre per una politica di auto sostentamento, scelta adottata in più di un caso nelle piccole comunità. L'ambiente naturale si divideva in base all'area in campagne verdeggianti e montagne boschive con scenari di grande effetto. Il clima si poteva considerare temperato e umido, con estati calde e piovose e inverni rigidi, soprattutto sulle montagne dell'emisfero settentrionale. 

Nonostante l'interesse che il pianeta ha sempre suscitato per le sue potenzialità commerciali e la sua importanza produttiva nel Rim, la popolazione Shijiana è sempre stata piuttosto chiusa ed estremamente attaccata alla sua cultura e alle sue tradizioni. I centri abitati considerabili come vere e proprie cittadine si potevano contare sulle dita di una mano: uno dei principali, Smullyan, contava circa 50.000 abitanti allo scoppio della Guerra ed era considerabile come uno dei più grossi agglomerati urbani del pianeta. La stragrande maggioranza della popolazione shijiana viveva in piccole comunità autonome e tendenzialmente isolate sparse tra i boschi, le campagne e le montagne. 


I Villaggi e i "Pastori Armati di Shijie"

Parlare della cultura di Shijie, significa sostanzialmente parlare del sistema di leggi e tradizioni che ruotava intorno ai villaggi. Le poche grandi città, sostanzialmente gli snodi commerciali del pianeta, erano popolate perlopiù da mercanti, stranieri e da coloro che per una ragione o per l'altra avevano deciso di abbandonare la comunità di origine. In alcuni casi si trattava di scelta personale, in molti altri era il risultato di una pratica tradizionale conosciuta come "Ripudio". 

La cultura Shijiana e la vita nei villaggi è sempre stata regolata da leggi morali e pratiche tendenzialmente molto rigide, basate su tre concetti cardine: la famiglia, la religione e la difesa della comunità. La religione tradizionale più diffusa sul pianeta era il Cristianesimo Protestante, in larga maggioranza di confessione Battista, in alcuni casi (soprattutto nelle regioni dell'emisfero meridionale) di derivazione Metodista. La presenza del culto nelle vite della gente di Shijie andava ben oltre la messa domenicale. Tradizionalmente, la vita del villaggio ruotava intorno a poche figure di riferimento. La più importante, e la forma di autorità principale, era il Pastore, o il Reverendo secondo la dicitura Metodista del Sud. Il rilievo della figura religiosa nei villaggi Shijiani si è fatto così importante nel corso della storia da assumere caratteristiche assolutamente specifiche del pianeta. Il Pastore, nella stragrande maggioranza dei casi, assumeva in automatico anche il ruolo di Sceriffo, e aveva l'ultima parola sulla legge del villaggio e sulla sua applicazione. Ovviamente, questo significa che la legge del villaggio combaciava spesso con la legge della Bibbia. La rigidità con cui questa veniva applicata o il grado di conservatorismo dipendeva dal Pastore in carica, e cambiava da villaggio a villaggio o da area ad area. 


In molti villaggi, il Pastore e i suoi Vicesceriffi erano così potenti che il Sindaco diventava di fatto una figura assolutamente secondaria. In altri, si otteneva un equilibrio tra le parti che riusciva effettivamente garantire al villaggio equilibrio e stabilità. Questo bizzarro fenomeno non è stato causato unicamente dal profondo sentimento religioso o collettivo radicato nella cultura shijiana, ma da un altro fattore rilevante nella storia e nella costituzione del pianeta. Shijie, a causa della sua ricchezza produttiva e della suddivisione della sua popolazione, è sempre stato vittima di frequenti e ripetuti attacchi di predoni che vedevano nei villaggi di ridotte dimensioni e nel loro isolamento prede facili. Per fronteggiare alle minacce di razzie, i Pastori shijiani hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nel quadro della difesa dei villaggi stessi. In caso di attacco, il Pastore aveva l'autorità di guidare tutti gli uomini in grado di combattere presenti nella comunità, costituendo delle vere e proprie milizie, seppur di dimensione ridotta. Con il tempo, i Pastori dei vari villaggi appartenenti ad una stessa area del pianeta, costituirono delle reti locali collegate, coordinandosi tra di loro, scambiandosi informazioni e confrontando le linee di comportamento, incontrandosi periodicamente in Assemblee di Contea, o di Regione. L'abitudine e l'esperienza degli Shijiani a difendersi dai predoni, è poi stata una delle ragioni della strenua resistenza che il pianeta ha opposto all'attacco alleato, e della difficoltà incontrata dall'Alleanza nel distruggerla.


Il ripudio

In un sistema di leggi morali ed etiche basate essenzialmente sulla comunità, e sulla propria appartenenza alla comunità, non era facile per uno Shijiano opporsi apertamente allo stile di vita del villaggio, o alle norme sociali che lo regolavano. Una comunità aveva il potere, dopo una consultazione collettiva a cui seguiva a seconda dei casi una votazione o la risoluzione del Pastore, di allontanare definitivamente un determinato soggetto dal villaggio natio. Una persona che veniva ripudiata dalla comunità perdeva nella maggior parte dei casi il possesso della propria casa o dei propri terreni, che venivano ridistribuiti alle parti lese in caso ce ne fossero, o semplicemente agli altri membri del villaggio. Il ripudiato non aveva più diritto, da quel momento, di rimettere piede nel villaggio o di avvicinarvisi. In caso avesse provato a tornare, il Pastore e i suoi uomini avevano il diritto di sparare a vista. La rigidità con cui queste linee tradizionali venivano portate avanti variava da villaggio a villaggio. Negli ultimi sessant'anni l'uccisione dei Ripudiati in caso di avvistamento nel perimetro del villaggio si era fortunatamente molto ridotta. Nonostante la mitigazione delle leggi tradizionali, tuttavia, subire un Ripudio dalla propria comunità comportava ancora una condizione terribile, non solo per la vergogna e il disonore associato all'avvenimento, ma anche per la perdita materiale dei possedimenti, e per il fatto che essendo i villaggi della contea e della regione connessi tra loro attraverso le assemblee, difficilmente un Ripudiato poteva trovare asilo nelle comunità vicine. Nella maggior parte dei casi la loro unica scelta era raggiungere una grande città e ricominciare una vita lì.



Le comunità asiatiche

All'interno del sistema Polaris, Shijie è probabilmente il pianeta con la più numerosa popolazione di etnia asiatica. I suoi membri sono organizzati in villaggi e gruppi di villaggi più o meno grandi, praticano varie forme di animismo che cambiano da villaggio a villaggio e hanno un senso di comunità estremamente forte: è assai raro che un nato in una comunità se ne allontani nell'età adulta. 

In questi gruppi, è diffusa una rigidissima etica del lavoro legata all'onore individuale, delle famiglie e delle stesse comunità. Le comunità asiatiche più ristrette sono poi legate da una serie di rapporti parentali di vario grado che le portano a considerarsi come una famiglia allargata: ogni membro in forze del gruppo è ritenuto responsabile del benessere dei membri più deboli (anziani e bambini) e coloro che sono in difficoltà non vengono mai lasciati soli. Il legame di queste comunità con la terra che coltivano è fortissimo fino a diventare indissolubile: la terra è ciò che dà loro lavoro e sostentamento, dove la loro comunità li accetta e li protegge: quindi il concetto di "casa" è molto radicato. Proprio per questo, molti degli uomini di queste comunità al momento di difendere la loro terra decisero di andare in guerra, nonostante non fossero soldati addestrati.

Queste comunità recepirono la distruzione di Shijie non solo come dramma umano (le vittime furono moltissime), ma anche come tragedia generazionale e disastro culturale: distrutta Shijie, infatti, molti di questi gruppi (o ciò che ne era comunque rimasto) si imbarcarono su evolutions refit dirigendo o verso il border, sui pianeti verdi rimasti, oppure verso pianeti del rim in cui, tuttavia, l'unità familiare della comunità andò spezzandosi. Tra gli Shijiani asiatici rimasti sul pianeta natale, con acque inquinate e terre non più fertili, dilagò un'autentica epidemia di suicidi, soprattutto nelle comunità spezzate che, prima della guerra, avevano un fortissimo senso di unità. I membri delle piccole comunità asiatiche percepiscono, insomma, la morte degli altri membri come la morte di figli o genitori, così come percepiscono la distruzione delle terre che coltivano come la distruzione della loro casa e del loro lavoro.

Il villaggio di Bào Loc


lunedì 30 luglio 2012

Richleaf - Maracay



RICHLEAF

Richleaf, outer-rim planet del sistema Polaris, è famoso per un avanzamento tecnologico discreto e strutture mediche senza pari in tutto l'outer-rim. Piuttosto povero di risorse naturali, presenta un clima variabile, con temperature che non scendono sotto i sei gradi nei mesi invernali e che salgono fino a picchi frequenti di 45 gradi nei mesi estivi. Le precipitazioni, assai frequenti e decisamente abbondanti, si concentrano tra novembre e marzo.

Richleaf si è schierato, all'inizio della guerra, con il Fronte Indipendentista. E' stato mediamente bombardato subendo, durante la ricostruzione delle strutture mediche e dei laboratori, una carestia e un'epidemia di tifo due che, congiunte, hanno spazzato via centinaia di migliaia di vite. 


MARACAY

La capitale di Richleaf è il vastissimo conglomerato urbano di Maracay, una città estesa quanto le più grandi megalopoli del Core.

Maracay ha un centro cittadino ristretto, pieno di grattacieli talmente vicini tra di loro che, si dice - esagerando - che un abitante del centro può passare una ciotola di riso al suo dirimpettaio semplicemente allungando la mano fuori dalla finestra.

Mentre il centro è popolato da una classe di imprenditori mediamente benestanti, il vero cuore di Maracay si trova, paradossalmente, nelle sue vastissime periferie: sei strade principali che danno il nome ai "quartieri" sviluppatisi loro intorno: Saavedra, Dominicana, Las Rosas, Fidelidad, Tartagal e San Cristobal. 



Tali periferie hanno tutte conformazioni simili, sviluppandosi sul modello della baraccata: centinaia di baracche costruite di alluminio e materiali di scarto, facilmente infiammabili e spesso prive dei servizi essenziali, si accatastano l'una sull'altra, in alcuni casi in zone paludose percorse da canali di acqua piovana (come, ad esempio, a Las Rosas e Fidelidad). Il livello tecnologico, sviluppato nel centro - che ospita ospedali e laboratori di sintetizzazione - viene meno nelle zone delle baraccate, dove è tuttavia possibile trovare cliniche attrezzate ed economiche nonché laboratori di fortuna: Richleaf, infatti, è celebre in tutto il sistema per le esportazioni di droghe e prodotti sintetici illegali.



CULTURA

La lingua più parlata è l'inglese, ma esistono numerosissime comunità di lingua spagnola (considerata, comunque, alla stregua di un qualsiasi dialetto). La sensazione che si ha nel percorrere le rumorose strade della città - pieni di saltimbanchi, musicanti, ballerini - è quella di un vivacissimo crogiolo di culture che si fondono in sincretismi a volte paradossali.

La religione più praticata è il cattolicesimo, seppure la sua fusione con miti e credenze locali porti alla creazione di un nuovo culto cui si fa riferimento solitamente col nome di la Mezcla. Questa specie di religione comprende, accanto alla visione del Dio cristiano più tradizionale, un vasto pantheon di santi ognuno con la propria area d'influenza: i santi più importanti sono Saint Miguel, protettore dei collezionisti * e Saint Adele, protettrice dei musicanti. Ai santi si affianca una vasta schiera di demoni, raffigurati nelle maniere più eccentriche, che la tradizione vuole in lotta perenne per aggiudicarsi le anime degli uomini: la possessione demoniaca è considerata reale, gli esorcismi praticati ogni anno sono numerosi e brutali. Altre pratiche considerate reali sono il voodoo e la magia nera, e ugualmente esistenti sono ritenuti una serie di animali fantastici (tra cui il corvo con tre occhi, considerato segno di sventura imminente). 


* Una delle figure "professionali" più presenti nelle zone delle baracche è quella del "collezionista": vengono così chiamati tutti coloro che si avventurano nelle discariche della città alla ricerca di materiale di scarto utile a riparazioni e costruzioni meccaniche ed edilizie, che rivendono poi nei vastissimi mercati di Maracay. Un adagio molto noto dice che: "a Maracay, ogni cosa ha sette vite", alludendo appunto al riciclo che si fa di ogni materiale.

martedì 17 luglio 2012

Miti e credenze di St. Andrew




Sono miti e credenze che per molti tratti si rifanno a quelle norrene, forse a causa delle prime popolazioni stanziatesi in questo pianeta. Non si può parlare assolutamente di una “religione rivelata”, in quanto priva di una fondazione storica individuale. Si tratta di raccolte di conoscenze trasmesse oralmente da padre in figlio, di generazione in generazione, dai tempi della Terra-che-fu.
A causa di questa trasmissione orale molti di questi miti sono andati persi, come ad esempio i nomi delle divinità.
Un pianeta sul quale la potenza della natura è imponente, proprio questa forza viene considerata la manifestazione del volere degli dei.
Le divinità sono eroi umani o sovrani divinizzati o anche esseri sovrannaturali dalle sembianze di animali, come ad esempio il lupo, il corvo ed il serpente. Spesso non mancano nell’immaginario comune figure demoniache mostruose ed antropomorfe.

A St. Andrew non è presente una popolazione bellicosa; colpiti duramente dalle rigide condizioni non perdono tempo anche a tentare di sottomettersi tra loro, per conquistare villaggi in desolate porzioni di pianeta. Eppure è frequente l’idea che morire valorosamente sul campo di battaglia sia l’onore più grande che possa capitare ad ognuno di loro. Cacciare animali di ogni stazza e affrontare da soli branchi di lupi, viene considerato un atto di forza e di coraggio. Non è raro infatti trovare uomini (o anche donne) che indossano vesti confezionati dalle pelli degli animali da loro cacciati, in forma di vanto.

Il defunto nella sua morte passa in uno stato differente di vita. Per l’uomo è come se avesse attraversato uno specchio, un velo. E come nel mondo dei vivi non vedeva il mondo dei morti, così nel mondo dei morti non vedrà il mondo dei vivi. Sarà accolto da defunti amici e parenti, prima di essere condotto nella reggia degli eroi. Ma non tutti i defunti possono accedere a questa reggia. Dovranno fronteggiare prove che il Re della reggia (la divinità maggiore) riterrà opportuno. E per via di queste credenze, quando un uomo rimane ucciso, fuori dal villaggio natale si lascerà appeso l’occhio utilizzato dal defunto per prendere la mira e la mano utilizzata per combattere. E saranno un corvo ed un lupo a portare al defunto il suo occhio e la sua mano umana, per fronteggiare le prove con più precisione e forza.

Quando un uomo raggiunge la reggia degli eroi, credenza vuole che banchetterà e berrà in compagnia di splendide donne guerriere, di fianco alle altre divinità. E quando sorge il sole, scenderanno di nuovo in battaglia contro fiere demoniache fino al tramonto, dove i morti risorgeranno di nuovo nella reggia ed i feriti vedranno le loro ferite rimarginate. Questo fino al giungere della “fine di tutto”.
Non si crede che vi sia una vera e propria fine dei mondi e del cosmo, piuttosto un rinnovamento necessario. Ma prima che giunga questo rinnovamento, le creature demoniache spezzeranno il velo che divide i due mondi (vivi e morti) e semineranno il caos.

Ovviamente nessun abitante di St. Andrew crede che esistano demoni con corna e forconi, il demone è un qualcosa che si acquisisce con condotte orrende e che logorano dall’interno anche il corpo. Il tutto quindi è molto allegorico. Considerando tuttavia le varie leggende del ‘Verse e l’esistenza di mondi dei quali non si conosce nulla, creature aliene potrebbero rientrare in questa concezione astratta ed abbastanza personale.
Si trattano di miti, tradizioni e credenze folkloristiche e popolari, alle quali molti aderiscono mentre altri ritengono senza senso. Molto dipende anche dai villaggi: quelli meno isolati e sviluppati tendono ad abbandonare queste dicerie, al contrario dei villaggi sperduti e maggiormente isolati.